Ipoplasia mammaria

Data pubblicazione: 09/10/2021
Dr. Tommaso Agostini


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Ipoplasia mammaria: di che si tratta?

L’ipoplasia mammaria è conosciuta anche come ipomastia seno e consiste nella riduzione volumetrica di vario grado delle mammelle; le ipoplasie possono essere suddivise in ipoplasie congenite e acquisite in base a quando si sviluppa il difetto.

Le ipoplasie mammarie congenite si sviluppano fin dall’età puberale e sono caratterizzate da mammelle di dimensioni molto ridotte rispetto al normale; le cause possono essere numerose e tra queste abbiamo le ipoplasie mammarie a eziologia non nota (ipoplasie idiopatiche), ipoplasie mammarie a eziologia ormonale (alterazioni nella produzione di ormoni estrogeni o dei loro recettori di membrana), ipoplasie mammarie a eziologia ovarica (mancato sviluppo delle ovaie o ipofunzionamento ovarico), ipoplasie mammarie genetiche, associate cioè a sindromi genetiche come la sindrome di Turner, infine ipoplasie mammarie endocrine, legate a sindromi complesse e la cui risoluzione è legata alla sola terapia ormonale.

Le ipomastie mammarie acquisite sono caratterizzate da uno sviluppo normale della ghiandola mammaria in età puberale e dalla sua involuzione o ipotrofia legata a diversi fattori come ipoplasia mammaria post gravidica, ipoplasia mammaria post allattamento, ipoplasia mammarie endocrine (menopausa), ipoplasie mammarie iatrogene (per trattamenti con radioterapia o interventi chirurgici), ipoplasie mammarie ponderali (per forti dimagrimenti) e infine ipoplasie mammarie idiopatiche senza causa nota.

Le ipoplasie mammarie congenite possono essere associate a sindromi ben precise come la sindrome di Poland e la sindrome del nevo epidermico peloso; la prima è associata anche a iposviluppo del muscolo piccolo pettorale e del muscolo gran pettorale con o senza agenesia di alcune cartilagini costali dalla seconda alla quinta, alopecia ascellare omolaterale e alterazioni di lunghezza dell’arto superiore omolaterale; nonostante possa essere bilaterale, la sindrome di Poland è più frequentemente monolaterale e interessa di più il lato destro rispetto al sinistro. Si tratta di una malformazione congenita a carattere famigliare che consiste in una ipovascolarizzazione distrettuale a livello del torace per subocclusione dell’arteria succlavia con ipoplasia mammaria e una cascata di altre anomalie anatomiche circostanti alla mammella.
La sindrome del nevo peloso pigmentato è invece caratterizzata da ipoplasia mammaria, dalla presenza del nevo di Backer (nevo peloso di colore marrone chiaro contorno irregolare) e anomalie sull’apparato locomotore e in particolare sulla colonna vertebrale, ma anche assenza del muscolo sternocleidomastoideo e ernia ombelicale; questa sindrome è originata da un eccesso di recettori per gli ormoni androgeni nell’area del nevo e sembra essere una malattia a trasmissione autosomica dominante.

In generale la diagnosi d’ipoplasia mammaria viene eseguita dopo i 18 anni d’età e sembra che il 50% delle donne affette da ipoplasia mammaria soffra anche di un prolasso sulla valvola mitrale; può essere bilaterale e interessare entrambe le ghiandole mammarie o monolaterale dando origine all’asimmetria mammaria.

 

Come si corregge l'ipoplasia mammaria

L’ipoplasia mammaria viene corretta chirurgicamente ricorrendo a interventi di chirurgia estetica mammaria. In particolare dobbiamo distinguere il trattamento chirurgico delle ipoplasie mammarie monolaterali e bilaterali.

Le ipoplasie mammarie monolaterali di grado lieve possono essere corrette con l’intervento di lipofilling o lipostruttura, in cui si procede al prelievo di tessuto adiposo da aree del corpo in cui si trova in eccesso come i fianchi, l’addome, le ginocchia, i trocanteri; si procede quindi alla fase di decantazione del tessuto adiposo aspirato e quindi alla sua purificazione utilizzando la centrifugazione a 3 rpm per 10 minuti. Il tessuto così purificato può essere iniettato nella mammella ipoplasica al fine di correggere l’asimmetria mammaria. L’intervento di lipostruttura può essere eseguito in anestesia locale con sedazione e prevede un rapido ritorno al sociale e alla vita lavorativa.

Se l’ipoplasia mammaria è invece di grado severo, si dovrà ricorrere all’intervento di mastoplastica additiva inserendo due protesi mammarie di volume diverso al fine di ottenere la simmetria. La correzione delle ipoplasie mammarie bilaterali si ottiene eseguendo l’intervento di mastoplastica additiva utilizzando due protesi mammarie di uguali dimensioni. La mastoplastica additiva è quindi l’intervento chiave per risolvere l’ipoplasia mammaria; si esegue in anestesia generale e regime di day-hospital, senza utilizzare drenaggi mammari e posizionando punti di sutura riassorbibili. Ad oggi vengono utilizzati impianti protesici a superficie microtesturizzata, contenenti un gel di silicone altamente coesivo, di forma rotonda, anatomica o dinamica/ergonomica che vengono inserite utilizzando il solco sottomammario come via d’accesso chirurgico e posizionando gli impianti al di sotto del muscolo gran pettorale o in dual plane. La tecnica dual plane fornisce un risultato estetico subottimale e naturale garantendo una buona copertura della protesi nei quadranti superiori e mediali, non interferendo con l’allattamento né con lo screening per il tumore mammario.

La mastoplastica per la correzione dell’ipoplasia mammaria ha una durata di circa 40-50 minuti che può essere anche maggiore nel caso in cui le mammelle abbiano anche un’alterazione di forma come accade nella mammella tuberosa. L’intervento di mastoplastica può essere eseguito a partire dalla maggiore età ad eccezione di casi particolarmente complessi che possono aver anche ripercussioni psicologiche durante lo sviluppo; in questi casi si potrà procedere anche prima della maggiore età con le certificazioni richieste e con il consenso di entrambi i genitori.

Anche il complesso areola capezzolo può necessitare correzione nel caso delle ipoplasie mammarie, come ad esempio potrà essere necessario procedere ad una sua riduzione in caso d’allargamenti post-gravidici o post allattamento o ancora potrebbe essere necessario correggerne la posizione come nella Sindrome di Turner nella quale la distanza interareolare risulta eccessiva producendo quella che prende il nome di distopia areolare esterna.

I risultati della correzione dell’ipoplasia sono definitivi?

Gli interventi chirurgici per la correzione delle ipoplasie mammarie danno risultati definitivi ma per arrivarci, può essere necessario eseguire più di un solo intervento. Infatti specialmente nel caso della lipostruttura la quantità di grasso aspirato, purificato e trapiantato a livello del sito ricevente mammario, può andare incontro a riassorbimento in una percentuale variabile fino anche al 40%. Evidentemente in questi casi può essere necessario eseguire un secondo intervento chirurgico a distanza di almeno tre mesi. La percentuale di riassorbimento nell’ipoplasia mammaria può essere elevata in casi d’ipoplasia mammaria iatrogena, quando cioè le mammelle sono di un volume ridotto a causa di radioterapia, chirurgia oncologica mammaria o trattamenti con radioterapia. In questi casi sarà preferibile correggere il difetto volumetrico sottoponendosi all’intervento di mastoplastica additiva, per garantire un risultato immediato e duraturo nel tempo.

Quanto costa correggere l’ipoplasia mammaria

La correzione dell’ipoplasia mammaria ha costi variabili dipendenti principalmente dal quadro inziale; infatti in casi d’ipoplasia mammaria congenita dovranno essere corrette anche anomalie scheletriche come ad esempio la parete toracica e anomalie muscolari a carico dei muscoli grande e piccolo pettorale come nel caso della Sindrome di Poland. Anche qualche caso d’ipoplasia mammaria acquisita può risultare più complesso da correggere magari per la presenza di smagliature nei quadranti superiori o per la presenza di areole molto allargate a seguito dell’allattamento. I costi infine possono variare in base alla qualità delle protesi mammarie scelte e in base al tempo di sala operatoria necessario; infatti la correzione dell’ipoplasia mammaria può essere associata anche ad altri interventi chirurgici, come la rinoplastica, il lipofilling o lipostruttura, la liposuzione e la liposcultura.

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