- Cosa è la rinoplastica01
- Classificazione della rinoplastica in base alla finalità dell’intervento chirurgico02
- Classificazione della rinoplastica in base alle incisioni chirurgiche eseguite03
- Classificazione della rinoplastica in base al numero d’interventi eseguiti04
- La simulazione prima dell’intervento di rinoplastica05
- L’intervento di settoplastica per migliorare anche la funzionalità respiratoria06
- La prima visita per la tua rinoplastica07
- Esami preoperatori da eseguire prima della rinoplastica08
- Regole da seguire prima dell’intervento di rinoplastica09
- Durata dell’intervento di rinoplastica10
- La medicazione nella rinoplastica11
- Ripresa dell’attività dopo la rinoplastica12
- Il risultato definitivo della rinoplastica13
- Rinoplastica aperta (open) vs rinoplastica chiusa (closed)14
- Costo della rinoplastica15
- La rinoplastica senza tamponi nasali16
- Quando si usano i tamponi nasali?17
- Quando si può eseguire la rinoplastica18
- Rinoplastica parziale o della punta nasale19
- Rinoplastica delle narici20
- Rinoplastica in anestesia locale o generale21
- Complicanze della rinoplastica22
- La correzione del profilo: profiloplastica23
- La scelta del tuo chirurgo per la tua rinoplastica24
- La rinoplastica non chirurgica25
Cosa è la rinoplastica
La rinoplastica è un intervento di chirurgia estetica il cui obiettivo è quello di migliorare la forma del naso.
La piramide nasale è costituita da una parte rigida, formata dalle ossa nasali proprie, e da una parte mobile di tessuto elastico, cartilagineo.
Le manovre chirurgiche vengono eseguite sia a livello dei tessuti duri, ossei, sia a livello cartilagineo.
Ma veniamo alla classificazione della rinoplastica in base alla finalità dell’intervento chirurgico, in base al tipo d’incisione che viene eseguita e in base al numero di interventi effettuati.
In sostanza la principale domanda che il paziente si pone è: “Cosa voglio correggere e che tipo di intervento è necessario?”
Classificazione della rinoplastica in base alla finalità dell’intervento chirurgico
Esistono diversi tipi di rinoplastica in base alla finalità per cui viene eseguito l’intervento.
La rinoplastica estetica ha come obiettivo quello di migliorare la forma del naso, e di normalizzare il volto nella visione frontale, laterale e obliqua. Il paziente che richiede la rinoplastica estetica vorrà rimpicciolire un naso troppo grande (rinomegalia) o eliminare un gibbo nasale al fine di armonizzare il naso con il resto del volto.
Possono essere richieste modifiche anche solo della punta del naso, come ad esempio diminuirne la proiezione, abbassando una punta troppo prominente (pinocchio nose), oppure ridurre le dimensioni in caso di una punta eccessivamente grande e larga (bulbous tip), oppure sollevare una punta nasale cadente (droppy tip). In questo tipo di rinoplastica non viene eseguita nessuna manovra chirurgica volta a migliorare la respirazione del paziente. Le condizioni più favorevoli per un paziente che si sottopone ad una rinoplastica estetica sono che non abbia subito nessun trauma né intervento chirurgico nasale.
Quando la rinoplastica viene eseguita anche per migliorare la respirazione, si parla di rinoplastica funzionale. Essa ha come scopo quello di migliorare non solo la forma del naso, ma appunto anche la respirazione. In questo intervento vengono messi in atto accorgimenti tecnici per migliorare la funzionalità nasale praticando, se necessario, osteotomie basali asimmetriche e utilizzando spesso anche innesti di cartilagine prelevati dal setto nasale, dagli orecchi o, in casi selezionati, dalle cartilagini costali. Il candidato all’intervento chirurgico di rinoplastica funzionale è un paziente che abbia subito uno o più traumi nasali e/o facciali, con deficit respiratorio che compromette la normale funzionalità nasale in condizione di riposo o durante le normali attività quotidiane, sociali, lavorative o infine durante il sonno, con la presenza del tipico russamento e anche di apnee notturne che compromettono un adeguato riposo.
La rinoplastica post-traumatica viene invece eseguita per ripristinare una condizione estetica e funzionale, quanto più possibile simile a quella pre-esistente al trauma. Questo tipo di rinoplastica è tecnicamente più complesso, poiché deve ripristinare una piramide nasale che ha subito un trauma accidentale, con fratture casuali, che possono aver rotto le ossa nasali in un solo punto (frattura monoframmentata) o in più punti (frattura pluriframmentata). Ottenere un buon risultato in questo tipo di rinoplastica è alquanto difficile, poiché spesso il naso non solo ha il gibbo, ma si presenta deviato in visione frontale, cioè spostato rispetto alla linea mediana del volto, sulla destra, sulla sinistra o nei casi più complessi anche con una doppia deviazione, detta a S italica. Il candidato è un paziente con danni morfologici e funzionali associati.
Una delle rivoluzioni più recenti nel campo della rinoplastica prende il nome di rinoplastica smart.
Questa si avvantaggia di moderne tecniche operatorie che rendono più semplice l’intervento chirurgico, sia per l’anestesia più leggera e la minor durata della procedura, sia per la riduzione della convalescenza e la conseguente ripresa delle normali attività sociali, lavorative e sportive. La rinoplastica smart ha una durata inferiore ai 60 minuti, e precisamente si effettua in genere intorno ai 40 minuti. Viene eseguita in regime di day-hospital (senza pernottamento raccomandato in clinica), prevede il posizionamento di punti di sutura riassorbibili all’interno del naso e non prevede i tamponi nasali, consentendo quindi una respirazione più facile nel decorso post operatorio e l’eliminazione del dolore alla loro rimozione, fatto questo che ha sempre dissuaso molti pazienti dal sottoporsi all’intervento. Il candidato ideale all’intervento di rinoplastica smart è un paziente con lievi/moderati deficit estetici che possono essere corretti con tecniche mini-invasive, ma ugualmente efficaci.
La caratteristica principale di questo intervento chirurgico è l’essere "smart", ossia intelligente, per cui ogni manovra chirurgica è mirata solo alla correzione di un determinato inestetismo o difetto, con minima invasività.
Invece la rinoplastica ricostruttiva rappresenta l’intervento più complesso in chirurgia nasale: infatti nei traumi facciali ci può essere perdita di sostanza (pelle, cartilagine, ossa), così come nelle demolizioni oncologiche. In tutti questi casi sarà necessario ricostruire i tessuti nasali danneggiati, in modo da ripristinare una condizione quanto più possibile simile a quella originale, il che giustifica spesso la necessità di un certo numero di interventi chirurgici per ottenere il risultato desiderato.
Classificazione della rinoplastica in base alle incisioni chirurgiche eseguite
La rinoplastica chiusa (closed) prevede incisioni che vengono praticate all’interno del naso, quindi invisibili alla vista. Le incisioni classiche di questa rinoplastica sono:
- l’incisione intersettocolumellare, che separa la columella dal setto nasale
- l’incisione intercartilaginea, che isola la cartilagine triangolare e si ricongiunge a quella intersettocolumellare, dando quindi accesso a quasi tutto il naso, eccetto alla punta nasale. Questa a sua volta viene modellata con due diverse incisioni: quella marginale o quella intracartilaginea.
L’intervento di rinoplastica chiusa comporta una minore visibilità al chirurgo, il quale deve modellare il naso attraverso una sola narice e quindi richiede una curva d’apprendimento più lunga. L’approccio chiuso presenta alcuni vantaggi non trascurabili per il paziente, fra cui l'assenza della cicatrice columellare, una guarigione più rapida nel decorso post operatorio e il mantenimento della mobilità della punta nasale.
La rinoplastica aperta (open) prevede invece l’esecuzione di un intervento chirurgico a cielo aperto, praticando un’incisione a livello della columella nasale, ossia di quella struttura costituita da pelle e cartilagini che separa le due narici. L’intervento di chirurgia plastica nasale procede con un ampio scollamento della punta nasale fino ad arrivare alla sua radice, consentendo quindi al chirurgo di avere una migliore visibilità e di poter correggere le strutture osteocartilaginee in modo simmetrico. Gli svantaggi rispetto al metodo chiuso/closed sono la presenza della cicatrice columellare, un intervento più invasivo dovuto allo scollamento totale della punta nasale, l’utilizzo di innesti cartilaginei, tempi operatori superiori del 30-40% e una guarigione più lenta, con il raggiungimento del risultato finale anche dopo 12-15 mesi (la rinoplastica chiusa ha tempistiche decisamente inferiori, quantificabili in 8-10 mesi).
Classificazione della rinoplastica in base al numero d’interventi eseguiti
La rinoplastica primaria è sicuramente quella più frequentemente eseguita. La rinoplastica secondaria rappresenta invece il secondo intervento di chirurgia plastica nasale, la rinoplastica terziaria rappresenta il terzo intervento e così via. In generale l’intervento di chirurgia plastica nasale primario è tecnicamente più semplice e richiede tempistiche operatorie relativamente contenute e variabili tra 45 e 90 minuti.
In caso di insuccesso della rinoplastica primaria o di insorgenza di complicanze o di insoddisfazione del paziente, allora questi può richiedere ulteriori interventi chirurgici, ma in questo caso aumenta la complessità dell’intervento sia da un punto di vista tecnico che temporale. In particolare le rinoplastiche secondarie o terziarie hanno spesso necessità di reperire tessuto cartilagineo da altre sedi corporee e, in base agli inestetismi da correggere, si preleva tessuto dal padiglione auricolare o dalle coste toraciche. Il prelievo di tessuti extranasali, il loro modellamento e la difficoltà a scollare tessuti cicatriziali sono fattori che contribuiscono a protrarre l’intervento anche fino a 3-4 ore.
La simulazione prima dell’intervento di rinoplastica
Questo punto rappresenta un’evoluzione tecnologica importante e non possibile in passato, quando il chirurgo plastico, per simulare l’intervento di rinoplastica, richiedeva durante la visita medica delle fotografie professionali, dove poi a lapis disegnava le correzioni necessarie per il raggiungimento di un naso esteticamente più gradevole.
Oggi il chirurgo plastico ha a disposizione numerosi software per lo studio delle strutture nasali, ai fini di programmare le modifiche da apportare per il raggiungimento del risultato desiderato.
Una volta che il paziente si reca in studio, saranno eseguite fotografie in 6 pose in formato standardizzato, su consenso specifico, quindi saranno studiate ed elaborate e infine inviate via mail al paziente entro dieci giorni.
La simulazione della rinoplastica ha particolare importanza ed è utile non solo al chirurgo plastico, il quale durante la simulazione avrà modo di studiare il nuovo naso che si adatti ai canoni estetici del volto, simulando tutte le manovre chirurgiche necessarie per ottenere quel risultato, ma anche al paziente che potrà visionare il potenziale risultato e avere tempo sufficiente per riflettere e valutare.
Le simulazioni eseguite e inviate via mail al paziente, una volta che saranno state da lui esaminate, potranno essere stampate e serviranno al chirurgo proprio durante la seduta operatoria. La simulazione della rinoplastica non avrà valenza di garanzia di risultato, ma rappresenterà il modello a cui il chirurgo si ispirerà in sala operatoria.
L’intervento di settoplastica per migliorare anche la funzionalità respiratoria
Il setto nasale è quella lamina perpendicolare che divide le due fosse nasali e che si continua posteriormente a quella che si chiama columella e che divide esternamente le due narici.
Il setto nasale è costituito anteriormente dalla cartilagine quadrangolare, posteriormente dal setto nasale osseo (in basso, l’osso vomere che si articola sul palato, in alto, la lamina perpendicolare dell’etmoide).
La settoplastica è l’intervento chirurgico che ha come obiettivo quello di modellare e riposizionare il setto nasale al fine di migliorare la respirazione. Può essere eseguito in modo isolato (settoplastica funzionale), associato alla rinoplastica (rinosettoplastica/settorinoplastica) oppure in associazione alla riduzione dei turbinati inferiori (turbinoplastica) o alla loro parziale rimozione (turbinectomia).
Molto spesso, infatti, una deviazione del setto nasale è associata all’ipertrofia dei turbinati inferiori (ad esempio, una deviazione destroconvessa è associata all’ipertrofia del turbinato inferiore sinistro). Nell’intervento di settoplastica, associato o meno alla turbinoplastica, la forma del naso rimane la stessa, senza essere modificata in alcun modo.
La prima visita per la tua rinoplastica
La consulenza con un chirurgo plastico rappresenta il primo passo che deve essere fatto nel caso in cui si stia prendendo in considerazione di correggere, migliorare o modificare il proprio naso. Si raccomanda di discutere in modo chiaro tutte le fasi dell’intervento, nonché le proprie aspettative tenendo presente che il risultato atteso è un miglioramento e non rappresenta la perfezione. Dopo aver visitato il paziente con particolare riguardo al naso, saranno esaminate e quindi discusse in modo preciso tutte le variabili dell’intervento, nonché le opzioni chirurgiche a disposizione. Sarà durante i colloqui con il vostro chirurgo, che verranno spiegate anche le tecniche d’anestesia necessarie per eseguire la vostra rinoplastica, la struttura sanitaria dove sarà eseguito l’intervento e infine quale potrà essere il risultato realistico anche con l’ausilio di simulazioni virtuali eseguite al computer con un software dedicato.
Esami preoperatori da eseguire prima della rinoplastica
Al momento della prima visita medica per la rinoplastica verrà rilasciata l’impegnativa per poter eseguire tutti gli esami preoperatori.
Questi consistono nell’elettrocardiogramma ed esami ematochimici: emocromo, glicemia, azotemia, creatinina, transaminasi, gamma gt, fostatasi alcalina, amilasi, sodio, potassio, INR, PT, PTT, fibrinogeno, protidogramma, HDL, trigliceridi, colesterolo totale, esame urine.
In casi selezionati potrà essere richiesta anche una TAC massiccio facciale, con studio del naso e dei seni paranasali, al fine di poter eseguire una corretta diagnosi e quindi pianificare un congruo trattamento anche di patologie infiammatorie acute e/o croniche dei seni paranasali, come ad esempio la sinusite mascellare. Qualunque riscontro anomalo potrebbe indurre il chirurgo a rinviare l’intervento di rinoplastica in attesa di ulteriori accertamenti o cure mediche. Infine, in base alle indicazioni ricevute, l’intervento potrà essere eseguito in regime di day-hospital o in regime di ricovero (dormendo in clinica con personale sanitario dedicato).
Regole da seguire prima dell’intervento di rinoplastica
Nei giorni precedenti l’intervento di rinoplastica sono raccomandati:
- la sospensione del fumo di sigaretta, compreso quello delle sigarette elettroniche (preferibilmente la sospensione del fumo dovrebbe avvenire 15 giorni prima dell’intervento)
- la sospensione di qualsiasi farmaco antidolorifico (tipo FANS) Oki, Aulin,VivinC, Aspirina, ecc., i quali possono aumentare il sanguinamento sia intraoperatorio che postoperatorio
- la necessità di informare il chirurgo plastico di qualsiasi trattamento con farmaci cortisonici, contraccettivi, anti-ipertensivi, anticoagulanti, ipoglicemizzanti, insulina, antibiotici, tranquillanti, sonniferi e soprattutto vasocostrittori nasali
- la sospensione di farmaci che interferiscono con la normale coagulazione del sangue (Coumadin, Sintrom, Ticlopidina, Clopidogrel) almeno 10-15 giorni prima dell’intervento, previa consultazione del medico di medicina generale o comunque del medico specialista che ha prescritto la cura
- la segnalazione immediata dell'insorgenza di raffreddore, tosse, febbre, mal di gola o malattie della pelle
- la necessità di un accompagnatore dal domicilio alla casa di cura e viceversa, nonché la presenza di qualcuno almeno nei primi giorni del decorso post- operatorio (in particolare nelle prime 72 ore)
- la necessità di praticare il giorno prima della rinoplastica una doccia con clorexidina sapone (ad esempio Fisian detergente), di togliere lo smalto dalle unghie, di rimuovere orecchini o body piercing e di depilare la zona da operare non a lametta ma con rasoio elettrico
- il divieto di assumere cibi o bevande, acqua compresa, dalla mezzanotte del giorno prima
- il consiglio di indossare indumenti comodi, se possibile con apertura anteriore a cerniera
- non stuzzicare punti neri, brufoli o foruncoli a livello del volto e soprattutto del naso
- i pazienti di sesso maschile dovranno radersi la barba la mattina dell’intervento
- praticare una accurata detersione della pelle del volto e del naso con acqua micellare al fine di rimuovere residui oleosi o sebacei
Durata dell’intervento di rinoplastica
L’intervento di rinoplastica ha una durata media di 50-60 minuti, quello di settoplastica di circa 20 minuti e l’intervento combinato di rinoplastica e settoplastica (rinosettoplastica) una durata di circa 90 minuti.
In casi specifici i tempi operatori possono essere inferiori, anche fino a 40 minuti, come nel caso della rinoplastica smart.
Nella rinoplastica secondaria o terziaria, invece, l’intervento può avere una durata fino a 150 minuti, che possono anche raddoppiare in caso di prelievo di cartilagini da sedi extranasali.
La medicazione nella rinoplastica
La medicazione nell’intervento di rinoplastica consiste in piccoli cerotti chiamati steri strip, sopra ai quali verrà applicato uno scudetto nasale in gesso oppure in materiale termoplastico.
I punti di sutura sono riassorbibili e cadranno da soli in circa 7-10 giorni.
Non saranno posizionati tamponi nasali, il che eviterà il dolore alla loro rimozione, ma consentirà anche la normale respirazione durante le ore notturne.
Nelle prime 72 ore (tre giorni) sono normali perdite di muco misto a sangue dalle narici, un gonfiore di entità variabile a livello del naso e delle palpebre, una febbricola intorno a 37°C e una leggera lacrimazione spontanea.
Al proprio domicilio il paziente dovrà solo tenere pulite e deterse le narici in modo che non si formino crosticine ematiche che potrebbero impedire la respirazione. Si consiglia di non stare a casa soli, ma di essere assistiti da qualcuno (famigliare, conoscente, partner) dotato possibilmente di carattere calmo e spirito energico; di limitare le visite a domicilio; non affaticarsi e evitare fonti di stress. L’invito è quello di annoiarsi (leggere il giornale, guardare la televisione, usare smartphone, Tablet o PC).
Ripresa dell’attività dopo la rinoplastica
Nell’immediato postoperatorio sono raccomandati riposo e vitto semifreddo per le prime 72 ore, al fine di evitare sanguinamenti; soffiare il naso delicatamente e a narici alternate, starnutire a bocca aperta; non bagnare le medicazioni nasali; utilizzare lenti a contatto o comunque occhiali con montatura ultraleggera (pazienti con deficit di vista).
Dopo la rimozione del gessetto nasale il paziente eseguirà massaggi specifici che saranno prescritti in sede di visita medica e che dovranno continuare per almeno 30-40 giorni. L’attività lavorativa può essere ripresa già dopo la prima medicazione, cioè dopo 7-8 giorni, mentre l’attività sportiva, ludico-motoria, non agonistica dopo 15 giorni. Durante i 30 giorni successivi è raccomandato non esporsi direttamente al sole, né praticare lampade solari o lettini abbronzanti. Al fine di facilitare la scomparsa di lividi (ecchimosi) si consiglia l’applicazione di prodotti specifici (Auriderm K2 o Kelairon). Non è realistico aspettarsi la forma definitiva del naso subito dopo la rimozione del gessetto nasale e dei cerotti.
Il risultato definitivo della rinoplastica
Già alla rimozione del gessetto nasale e degli steri strip sarà possibile intravedere il nuovo naso.
Sicuramente sarà presente un edema (gonfiore) compatibile con l’intervento eseguito pochi giorni prima, che sarà destinato a scomparire nelle settimane successive.
Già al controllo dopo il primo mese sarà visibile il nuovo naso, che tenderà a sgonfiare sempre più fino al risultato definitivo dopo 8-10-12 mesi dalla rinoplastica, poiché la guarigione è un processo fisiologico, naturale, che ha tempistiche variabili da soggetto a soggetto. La finalità della rinoplastica non sarà quella di creare un naso artificiale e che sembra rifatto, ma piuttosto di avere un nuovo naso che si collochi in armonia sul volto del paziente.
Rinoplastica aperta (open) vs rinoplastica chiusa (closed)
La scelta sicuramente riguarda più il chirurgo plastico del paziente, ma in genere l’indicazione principale per l’approccio open è nelle rinoplastiche di pazienti con esiti di palatoschisi.
Personalmente ritengo validi entrambi gli approcci chirurgici, ma ogni volta seleziono la tecnica adeguata per ciascun caso clinico, pur prediligendo la rinoplastica chiusa.
Questo per diversi motivi:
- sono stato allenato, fin da medico frequentatore, ad utilizzare questo accesso chirurgico, avendo operato a fianco di numerosi chirurghi che lo hanno sempre utilizzato
- evita la cicatrice columellare che può essere "potenzialmente" visibile
- ha una ripresa post operatoria più rapida
- impiega circa 5-6 mesi di meno della rinoplastica aperta per avere il risultato definitivo
- conserva la mobilità della punta del naso, la quale invece risulta essere più rigida dopo un approccio aperto
- evita l’utilizzo di innesti cutanei, obbligatori invece nella rinoplastica aperta
- ha una durata operatoria inferiore di circa 30-40 minuti rispetto all’approccio ope
La cosa importante è raggiungere il risultato desiderato dal paziente, lasciando al chirurgo plastico la libertà di utilizzare quella tecnica che, nelle sue mani, funziona nel modo migliore.
Costo della rinoplastica
Il costo dell’intervento di rinoplastica è di 5.500 euro. Alla prenotazione dell’intervento è richiesto un anticipo del preventivo nella misura del 30% e il saldo al momento della dimissione dalla clinica. L’intero onorario può essere anche rateizzato in accordo con la struttura sanitaria.
Il preventivo comprende la prima visita, le spese della casa di cura, della retta di degenza, della sala operatoria, del personale di sala (due infermieri), dell’anestesista e dell’equipe operatoria (chirurgo e aiuto chirurgo), nonché i controlli necessari nel decorso post operatorio (1 mese, 3 mesi, 6 mesi e 12 mesi). Il suddetto costo può subire delle variazioni in aumento per casi di rinoplastica secondaria, terziaria o in tutte quelle rinoplastiche in cui sia necessario prelevare tessuto cartilagineo da sedi anatomiche extra-nasali. In tutti questi casi verrà rilasciato preventivo personalizzato in sede di prima visita. Se l’intervento chirurgico nasale ha finalità funzionali (ad esempio migliorare la respirazione), l’onorario dell’equipe operatoria e altri costi possono essere coperti in tutto, o in parte, dalla vostra assicurazione sanitaria. In questi casi sarà necessaria una certificazione medica, che attesti l’ostruzione nasale, rilasciata da un medico specializzato in otorinolaringoiatria, che potrà sottoporre il paziente a esami aggiuntivi quali la rinoscopia e la fibroscopia. In caso di rinoplastica funzionale sarà possibile dedurre i costi sostenuti per il 20% nella dichiarazione dei redditi.
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La rinoplastica senza tamponi nasali
Il dolore della rinoplastica è storicamente legato al tamponamento nasale, cioè all’inserimento a fine intervento di tamponi all’interno delle fosse nasali, che in base alle scelte del chirurgo, possono essere rimossi o il giorno successivo oppure dopo tre giorni, ma anche alla medicazione, dopo 7 giorni. Il materiale di cui sono fatti i tamponi nasali è cotone, che, essendo un materiale dry (asciutto), comporta la sua aderenza alle mucose nasali e la conseguente lacerazione delle stesse alla loro rimozione, con epistassi (sanguinamento). Certamente materiali più innovativi e antiaderenti hanno attenuato, anche se non eliminato il dolore alla rimozione e il fastidio della mancata respirazione nasale, soprattutto di notte. Personalmente non inserisco mai i tamponi nasali dopo la rinoplastica, settoplastica o rinosettoplastica, poiché allevato chirurgicamente da maestri che non li hanno mai utilizzati.
Quando si usano i tamponi nasali?
Abbiamo già visto che l’inserimento dei tamponi nasali può essere evitato nella rinoplastica, ma è invece parte integrante dell’intervento di riduzione della frattura delle ossa nasali. La frattura traumatica delle ossa nasali può essere classificata in frattura aperta o frattura chiusa, in base alla lacerazione della pelle nasale o meno.
Quindi, nella frattura chiusa delle ossa nasali la pelle sarà integra e le ossa nasali saranno fratturate, mentre nella frattura aperta non solo le ossa nasali saranno rotte, ma vi sarà anche interruzione dell’integrità cutanea del naso.
Dal momento che nelle fratture traumatiche viene perduto il sostegno dell’impalcatura osteocartilaginea, i tamponi servono appunto a dare un sostegno interno al naso e a favorire una guarigione quanto più possibile corretta. Il tamponamento nasale sarà rimosso in terza giornata dall’intervento chirurgico.
Quando si può eseguire la rinoplastica
L’intervento di rinoplastica può essere eseguito a partire dalla maggiore età, quindi dai 18 anni, a meno di importanti deficit funzionali, malformazioni o gravi motivi psicologici del paziente; in questi casi la rinoplastica può essere eseguita a partire da 15-16 anni d’età, momento in cui il naso ha raggiunto il 90% del suo sviluppo.
Il limite superiore d’età viene convenzionalmente stabilito a 65 anni, anche se, a questo punto, lo stato di salute rappresenta la variabile determinante.
Nell’età compresa tra i 50 e i 70 anni l’intervento può essere eseguito per ragioni specifiche, legate a un deficit funzionale pre-esistente, destinato a peggiorare nel tempo con l’ingrossamento del naso e con l’abbassamento (ptosi) della punta.
La rinoplastica può essere eseguita in qualsiasi periodo dell’anno, purché il paziente mantenga la solita accortezza, quella di evitare l’esposizione diretta del volto ai raggi solari per 15-20 giorni o utilizzare creme protettive antisolari.
Rinoplastica parziale o della punta nasale
È possibile eseguire anche una rinoplastica parziale, legata cioè a modifiche limitate alla punta del naso, senza interferire minimamente con il dorso. In sostanza tutto il naso rimane uguale, ma si modifica solo la punta, assottigliando, ad esempio, una punta grossa, globosa. Questo intervento può essere eseguito anche in anestesia locale, sempre praticando incisioni interne ma, a differenza della rinoplastica tradizionale, non comporta la frattura delle ossa nasali, il che si traduce in un rapido recupero sociale e sportivo. La plastica della punta nasale prevede spesso anche l’eliminazione di un difetto molto comune e che consiste nel suo abbassamento durante il sorriso. Questo movimento può accentuare la presenza di un gibbo di lieve o moderata entità, mettendo il paziente in imbarazzo in certi momenti sociali e di convivenza.
Rinoplastica delle narici
L’intervento di rinoplastica può avere come fine anche quello di modificare le sole narici.
I problemi che più spesso interessano le narici sono i seguenti:
- narici troppo larghe o troppo grandi
- narici troppo strette
- narici asimmetriche
- columella troppo sporgente
La rinoplastica delle narici viene eseguita per via esterna, anche in anestesia locale, attraverso incisioni posizionate in quello che prende il nome di "solco alare".
Rinoplastica in anestesia locale o generale
L’intervento di rinoplastica viene eseguito di preferenza in anestesia generale, sia per motivi chirurgici che per motivi anestesiologici, qui di seguito illustrati.
L’effettuare la rinoplastica può provocare sanguinamenti che, in anestesia locale, dato che il paziente è disteso sul tavolo operatorio, potrebbero interferire con la respirazione, evento che viene invece assolutamente evitato e prevenuto nell’anestesia generale con intubazione oro-tracheale. In questo caso vengono inoltre impossibilitate reazioni muscolari improvvise per riflessi dolorosi o emotivi. L’anestesista stesso spiegherà che l’anestesia locale presenta solo svantaggi per il paziente, che in quel caso dovrebbe affrontare l’intervento da sveglio e rimanendo cosciente per tutta la durata dello stesso.
Personalmente ritengo che l’anestesia generale sia la scelta migliore per effettuare l'intervento chirurgico di rinoplastica, nel solo interesse del paziente.
Complicanze della rinoplastica
Decine di migliaia di rinoplastiche vengono eseguite con successo ogni anno sia in Italia che all’estero. Le percentuali di risultati non ottimali variano tra il 5% e 15% e può essere necessaria una seconda procedura chirurgica spesso più "leggera" della precedente.
Le complicanze della rinoplastica possono essere chirurgiche ed estetiche.
Le prime sono rappresentate da lividi (ecchimosi), gonfiore (edema) nasale e palpebrale, arrossamento degli occhi (chemosi) e lacrimazione degli stessi per ostruzione temporanea del dotto naso- lacrimale ( motivo per cui potrebbe essere difficoltoso indossare nei primi giorni lenti a contatto), raccolte ematiche (ematomi), estrusione di punti di sutura, perdita temporanea della sensibilità della punta nasale, del labbro superiore e perfino degli elementi dentari superiori del settore centrale (incisivi e canini) e cefalea.
La complicanza della rinoplasatica più importante, però, è sicuramente l’emorragia, che può avvenire nelle prime due settimane del decorso post operatorio, senza peraltro segnali premonitori.
Ne consegue la necessità di stare lontano da qualunque fonte di calore (sole, acqua calda o asciugacapelli) e di evitare sforzi fisici che potrebbero aumentare la pressione arteriosa.
In questo primo periodo è consentito solo lavoro da scrivania.
L’attività fisica (tipo corsa) può essere ripresa gradualmente dalla quindicesima giornata, mentre per gli sport a squadre (tipo calcio, pallacanestro) è consigliabile attendere 40 giorni, a guarigione ossea sicuramente avvenuta.
Le complicanze estetiche della rinoplastica sono rappresentate da difetti generalmente piccoli, che si possono considerare stabilizzati dopo almeno un anno, cioè a fine del processo di cicatrizzazione.
Considerato che la faccia è costituita da due metà asimmetriche non uguali, sono candidati a correzione solo quei difetti che denotano all’osservatore l’avvenuta rinoplastica.
Le complicanze estetiche della rinoplastica per lo più sono riconducibili ad un processo di guarigione esuberante, che può alterare il profilo nasale (supratip), a retrazioni cutanee non prevedibili, che possono essere responsabili di asimmetrie e inestetismi, ad un deficit respiratorio residuo per aderenze (sinechie) endonasali, ad alterazione dell’olfatto (iposmia/anosmia), a granulomi da corpo estraneo.
In ogni caso, la percentuale di complicanze dopo rinoplastica, viene ridotta al minimo attenendosi scrupolosamente alle raccomandazioni del vostro chirurgo.
La correzione del profilo: profiloplastica
La correzione estetica del naso porta un notevole miglioramento nel profilo del paziente che esegue questo intervento.
Tuttavia, molto spesso, i difetti estetici sono combinati, motivo per cui il risultato di una rinoplastica può essere migliorato ulteriormente agendo su un’altra subunità anatomica che ha un ruolo integrante nel profilo del paziente, cioè il mento.
Parlando di profiloplastica, risulta necessario introdurre il concetto di classe dentoscheletrica secondo Angle:
- Classe I di Angle in cui il mascellare è lievemente anteriorizzato rispetto alla mandibola
- Classe II di Angle in cui il mascellare è decisamente anteriorizzato rispetto alla mandibola
- Classe III di Angle in cui la mandibola è anteriorizzata rispetto al mascellare
La seconda classe dentoscheletrica è sicuramente la più diffusa nella razza caucasica, con relativa deduzione che molti soggetti europei hanno il "mento sfuggente".
Di conseguenza tutti questi soggetti potrebbero avere un potenziale beneficio estetico non solo dalla correzione del naso, come nei casi indicati, ma anche dall’avanzamento del mento, con un ulteriore intervento che prende il nome di mentoplastica che in questo caso è additiva, attraverso osteotomie d’avanzamento oppure attraverso l’inserimento di protesi in silicone medicale.
La scelta del tuo chirurgo per la tua rinoplastica
Se sei approdato su questa pagina web, penso che tu abbia deciso che vuoi rifarti il naso.
Manca solo di trovare un chirurgo a cui affidarti e che ti accompagni in questo percorso.
In queste poche righe cercherò di dare alcuni consigli pratici da tenere presenti:
- accertati che il tuo chirurgo sia specializzato in chirurgia plastica, cioè abbia conseguito il diploma di specialità in Chirurgia Plastica Estetica, secondo le normative del Ministero della Salute, andando alla ricerca anagrafica sul sito della Federazione Nazione dei Medici Chirurghi al seguente link https://portale.fnomceo.it/cerca-prof/
- leggi il curriculum del tuo chirurgo e cerca di capire se possa aver acquisito esperienza in centri di rilievo nazionali o internazionali di chirurgia plastica
- accertati della casistica operatoria di quel chirurgo, anche con domanda diretta, considerando che la rinoplastica è l’intervento più difficile in chirurgia plastica e che sono necessarie almeno 100 rinoplastiche per avere una ragionevole probabilità di successo
- chiedi quali possono essere le complicanze della rinoplastica, poiché un chirurgo "serio" non solo le elencherà, ma sarà presente al tuo fianco per risolverle
- accertati che il tuo chirurgo sia in grado non solo di "rifarti il naso", ma anche e soprattutto di farti respirare bene dopo l’intervento
- verifica le società scientifiche di appartenenza, come ISAPS (International Society of Aesthetic Plastic Surgery), ASPS (American Society of Plastic Surgeons), AICPE (Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica), SICPRE (Società Italiana Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica)
- ricorda che i Master di primo o secondo livello non sono titoli equiparati alla specializzazione per normativa di legge.
La rinoplastica non chirurgica
Oggi in alcuni casi la rinoplastica può essere minimamente invasiva: si può infatti modificare la forma del naso senza entrare in sala operatoria, senza cicatrici, anche nascoste, e senza avere una degenza post operatoria, con un ritorno al sociale praticamente istantaneo.
Si chiama rinoplastica non chirurgica, comunemente nota come Rinofiller.
Le indicazioni a fare il rinofiller sono relativamente ampie e includono il sollevamento della punta nasale, il mascheramento di un lieve gibbo e la ridefinizione del profilo nasale.
Il trattamento viene effettuato in sede ambulatoriale già al momento della prima visita, se richiesto.
Ha una durata di 15-20 minuti e viene eseguito utilizzando particolari acidi ialuronici, il cui effetto può durare per 6-8 mesi, fino anche a 12 mesi.
Una volta eseguita una rinoplastica non chirurgica, è verosimile che possa essere necessaria una seduta di revisione/consolidamento a distanza di 3-4 mesi.
Se il rinofiller viene ripetuto in modo stabile, allora il risultato sarà semipermanente, con ritocchi che vengono eseguiti ogni 12-15 mesi.
Il rinofiller non è doloroso, grazie all’utilizzo di fiale di acido ialuronico precaricate con un anestetico locale a rapida azione, la lidocaina.
Il trattamento deve essere eseguito da personale medico esperto, trattandosi di un’area anatomica, il naso, ricca di vasi sanguigni, terminazioni nervose e connessioni vascolari con arterie e vene oftalmiche.
Il rinofiller non trova la sua indicazione in nasi già particolarmente grandi (rinomegalia), nei quali l’iniezione di acido ialuronico produrrebbe un ulteriore ingrandimento.
Le complicanze più comuni sono rappresentate da potenziali lividi, arrossamento temporaneo della pelle nasale, lieve edema della punta che comunque tende a scomparire nel giro di 5-6 giorni.
Nel caso in cui il rinofiller non sia stato eseguito in modo corretto da personale medico non adeguatamente formato, sarà comunque possibile riportare il naso alla condizione pre-esistente al trattamento, utilizzando un particolare enzima, la ialuronidasi, che degrada completamente l’acido ialuronico.
A tal proposito è senza fondamento l’opinione secondo cui l’enzima degraderebbe anche l’acido ialuronico o il collagene del soggetto, provocando atrofia dei tessuti molli.
Il costo del rinofiller varia tra 200 e 250 euro, con garanzia assoluta sulla qualità dei prodotti iniettabili utilizzati.