- Cosa è la mastoplastica riduttiva01
- Il disegno preoperatorio della mastoplastica riduttiva02
- Come si esegue la mastoplastica riduttiva?03
- Fattori di rischio per l’intervento di mastoplastica riduttiva04
- La prima visita medica per la mastoplastica riduttiva05
- Come prepararsi all’intervento di mastoplastica riduttiva06
- Il giorno dell’intervento di mastoplastica riduttiva07
- Subito dopo l’intervento di mastoplastica riduttiva08
- Possibili complicanze della mastoplastica riduttiva09
- Il costo dell’intervento di mastoplastica riduttiva10
- La scelta del tuo chirurgo per eseguire l’intervento di mastoplastica riduttiva11
Cosa è la mastoplastica riduttiva
La mastoplastica riduttiva è quell’intervento di chirurgia plastica che ha lo scopo di ridurre il volume delle mammelle, ridonando anche una forma piacevole e quanto più conica possibile.
Non esiste ad oggi una classificazione univoca per le mammelle di dimensioni aumentate che possono essere definite come mammelle rientranti nella coppa D o che necessitano di una riduzione volumetrica compresa tra 0.8 kg e 2 kg. Al fine di poter dare una classificazione univoca e facilmente interpretabile, Dancey, nel 2008, ha pubblicato la prima classificazione delle gigantomastie basata sui fattori eziologici, cioè sulle cause che l’hanno determinata; in particolare vengono distinte tre classi di gigantomastia:
- gigantomastia idiopatica, cioè data da un aumento volumetrico spontaneo in pazienti con body mass index (BMI) superiore a 30 (1a) oppure con body mass index (BMI) inferiore a 30 (1b)
- gigantomastia dovuta all’anomala produzione di ormoni estrogeni durante la pubertà (2a) o durante la gravidanza (2b)
- gigantomastia iatrogena, indotta cioè da agenti famacologici (3)
La mastoplastica riduttiva rappresenta l’intervento di scelta nel trattamento delle gigantomastie e delle ipertrofie mammarie, attraverso il quale si rimuove una tale quantità di tessuto adipo-ghiandolare, in modo tale che tutta la sintomatologia legata al peso migliora nettamente, inclusa la lombalgia, la cervicalgia, le intertrigini e il dolore mammario o mastodinia. L’intervento di riduzione chirurgica del seno comporta un’alta soddisfazione da parte delle pazienti che decidono di sottoporsi a questo tipo d’intervento che, provocando anche disturbi fisici, può essere eseguito in forma totalmente privata oppure in regime assicurativo.
Il disegno preoperatorio della mastoplastica riduttiva
Il disegno preoperatorio per eseguire l’intervento di mastoplastica riduttiva è sicuramente uno dei momenti decisivi per portare a termine l’intervento chirurgo minimizzando le complicanze. Il disegno viene eseguito con la paziente in stazione eretta tracciando le linee fondamentali di repere che sono rappresentate dall’incisura a livello del giugulo, la linea mediana di divisione toracica e i meridiani delle mammelle; a questo punto si identifica la posizione dell’areola attraverso la manovra di Pitanguy, cioè viene presa la proiezione cutanea del solco sottomammario inserendo la mano al di sotto della mammella e quindi calcolando la posizione del capezzolo 2 cm al di sotto di questo punto. Utilizzando l’areolotomo di McKissock si identifica l’alloggiamento del complesso areola capezzolo e portando la mammella a destra e sinistra del meridiano, secondo la manovra di Aufricht, si tracciano due segmenti verticali, della lunghezza compresa tra 6 cm e 8 cm, che si uniscono 2 cm al di sopra del solco inframammario. Le due linee rette così tracciate vengono unite al solco sottomammario attraverso linee curvilinee la cui unione origina una cicatrice trasversale corrispondente appunto al solco stesso. Infine si procede al disegno del peduncolo vascolare supero mediale con orientamento obliquo dall’alto in basso in senso medio laterale, con una base compresa tra 6 cm e 8 cm, metà della quale si trova in corrispondenza del complesso areola capezzolo e l’altra metà in corrispondenza del ramo verticale.
Come si esegue la mastoplastica riduttiva?
Uno dei primi interventi di mastoplastica riduttiva è stato descritto dal chirurgo francese Raymond Passot nel 1925, il quale eseguì il disegno preoperatorio utilizzando matite di nitrato d’argento e eseguendo un rudimentale rimodellamento ghiandolare.
Nel 1992 Thorek ha descritto per la prima volta l’intervento di mastoplastica riduttiva, eseguendo di fatto una mastectomia con conservazione del complesso areola capezzolo che poi viene innestato prima di concludere l’intervento chirurgico, ottenendo tuttavia risultati modesti da un punto di vista estetico per la scarsa proiezione. La mastoplastica riduttiva secondo Torek trova indicazione quando la distanza tra il giugulo e il complesso areola capezzolo è superiore a 40 cm e comunque in casi di gigantomastia vera con una resezione ghiandolare prevista superiore a 2 kg, quando il paziente presenta fattori di rischio significativi per una guarigione ottimale come il fumo, il diabete e l’obesità o comunque in tutti i casi l’intervento chirurgico non si possa prolungare troppo per motivi anestesiologici.
La mastectomia riduttiva secondo Thorek è stata successivamente superata dalle tecniche a peduncolo dermoghiandolare in primis tra tutti il peduncolo inferiore il quale, nonostante sia sempre il più utilizzato, ha visto un certo decremento in favore del peduncolo supero mediale, più sicuro, da un punto di vista vascolare, per il complesso areola capezzolo. Infatti tutte le tecniche a peduncolo della mastoplastica riduttiva sono basate sull’anatomia vascolare e in particolare sull’arteria mammaria interna (la più importante), sull’arteria toracica laterale ma anche sul sistema toracodorsale; il sistema venoso è invece superficiale e drena principalmente a livello supero mediale.
Il wise pattern a peduncolo inferiore è sicuramente quello più utilizzato da tutti i chirurghi plastici soprattutto americani ed è stato descritto per la prima volta nel 1956 dal chirurgo Robert Wise; rappresenta una tecnica di facile esecuzione e nonostante l’aspetto della mammella a fine intervento sia di buona/ottima qualità, questo peduncolo viene criticato per l’aspetto mammario a lungo termine, tipo quadrato a livello dei quadranti inferiori e con svuotamento di quelli superiori (il cosiddetto bottoming out). La mastoplastica riduttiva basata su peduncolo superomediale fornisce sicuramente un apporto vascolare più robusto e sicuro, che però può presentare difficoltà di montaggio finale della mammella dovuta alla risalita e rotazione del complesso areola capezzolo, ma fornisce sicuramente risultati estetici superiori.
In base all’anatomia vascolare sopra descritta è possibile quindi eseguire la mastoplastica riduttiva basata su numerosi peduncoli mammari in base alle preferenze del chirurgo, allo stato corporeo della paziente e alla resezione del tessuto ghiandolare che si programma.
I peduncoli a disposizione sono:
- peduncolo superiore
- peduncolo inferiore
- peduncolo centrale
- peduncolo mediale
- peduncolo laterale
- peduncolo supero mediale
- peduncolo supero laterale
- bipeduncolato con orientamento verticale secondo McKissok
- bipeduncolato con orientamento orizzontale secondo Strombeck.
Il peduncolo superiore è gravato dal rischio di compromissione vascolare del complesso areola capezzolo e dalla perdita di volume a carico dei quadranti superiori ed è stato completamente sostituito dall’utilizzo del peduncolo superomediale, descritto per la prima volta da Hall-Findley nel 1999 in combinazione con un pattern di resezione verticale e che mostra numerosi vantaggi tra cui in primis una robusto apporto vascolare derivante dai rami arteriosi del secondo e terzo spazio intercostale che sono diretti verso il complesso areola capezzolo in senso centrifugo con un decorso superficiale a circa 1 cm sotto la cute, il che fornisce anche la possibilità di poter assottigliare il peduncolo al fine di favorirne la rotazione e quindi il montaggio della mammella. Un ulteriore vantaggio della mastoplastica riduttiva a peduncolo superomediale è rappresentato dal mantenimento della sensibilità a livello del complesso areola capezzolo grazie alla presenza all’interno del peduncolo del ramo anteriore del quarto nervo sensitivo intercostale.
La mastoplastica riduttiva basata sull’anatomia vascolare è quindi indicata in tutte quelle pazienti che desiderano una riduzione volumetrica del seno e che hanno anche un eccesso cutaneo tale da richiederne una resezione chirurgica. Pazienti giovani affette da ipertrofia mammaria bilaterale o monolaterale, con una buona elasticità cutanea, uno spessore cutaneo adeguato e un complesso areola capezzolo normo posizionati possono essere sottoposte alla liposuzione tradizionale che ha il grande vantaggio di evitare le cicatrici chirurgiche; la liposuzione mammaria viene eseguita in anestesia locale con sedazione e prevede delle incisioni chirurgiche ben nascoste a livello del solco sottomammario oppure a livello areolare, attraverso le quali si procede all’aspirazione del tessuto adiposo. Tuttavia la liposuzione mammaria classica può avere dei limiti nei casi in cui il tessuto adiposo sia frammisto a tessuto fibroso ghiandolare e dovendo quindi ricorrere a tecniche più evolute come la liposuzione laser assistita o la liposuzione ultrasonica.
Fattori di rischio per l’intervento di mastoplastica riduttiva
Una recente revisione eseguita negli Stati Uniti ha mostrato come il tasso di complicanze della mastoplastica riduttiva sia del 6.2%, con il 3% di complicanze maggiori specialmente in presenza di fumo di sigaretta, diabete, disordini della coagulazione, ipertensione arteriosa, obesità, uso di cortisone e tempi operatori eccessivamente lunghi. Al fine di prepararsi all’intervento chirurgico di mastoplastica riduttiva è indispensabile quindi monitorare i valori pressori e assumere farmaci antiipertensivi anche la mattina stessa dell’intervento chirurgico, limitare l’assunzione di cibi contenenti glucosio per non far aumentare in modo eccessivo la glicemia e comunque procedere con un monitoraggio giornaliero tramite stick glicemico per almeno la settimana precedente la mastoplastica riduttiva. I farmaci cortisonici devono essere sospesi 20 giorni prima dell’intervento al fine di annullare il loro effetto negativo sulla glicemia e si dovrà arrivare all’intervento chirurgico con un peso corporeo costante almeno per 3 mesi. Nel caso della presenza di uno o più fattori di rischio o comunque in caso in cui la paziente sia scarsamente collaborativa nel controllo degli stessi, non è da escludersi che l’equipe medica si possa rifiutare d’eseguire l’intervento di mastoplastica riduttiva.
La prima visita medica per la mastoplastica riduttiva
Prima di sottoporsi all’intervento chirurgico di mastoplastica riduttiva è necessario effettuare una visita medica al fine di confermare l’indicazione chirurgica e conoscere nel dettaglio i potenziali benefici dell’intervento e le possibili complicanze.
La visita specialistica per la mastoplastica riduttiva consiste in un accurato esame obiettivo e un’attenta anamnesi al fine d’identificare tutti i fattori di rischio per poterli eliminare riducendo al minimo il rischio di potenziali complicanze. Verrà valutata con attenzione la presenza di circoli venosi superficiali a reticolo, lo spessore della pelle, la sensibilità del complesso areola capezzolo e infine le misure mammarie, con particolare riferimento alla distanza esistente tra il giugulo e i capezzoli.
Il medico richiederà gli esami preoperatori consistenti in mammografia bilaterale, esami ematochimici inclusa glicemia, assetto lipidico, coagulativo, esami di funzionalità epatica e renale, e infine elettrocardiogramma con visita cardiologica. Nel secondo incontro medico verranno controllati gli esami eseguiti e verrà confermata l’indicazione chirurgica ad eseguire la mastoplastica riduttiva con tutti i dettagli del caso, inclusa la data dell’intervento. Sempre in sede di visita medica sarà concordata la taglia che la paziente desidera raggiungere riducendo il volume mammario.
Come prepararsi all’intervento di mastoplastica riduttiva
La preparazione all’intervento di mastoplastica riduttiva prevede l’attiva collaborazione della paziente, che inizia con il seguire le seguenti raccomandazioni. Prima di tutto è necessario sospendere il fumo di sigaretta, sia delle classiche con tabacco ma anche dei dispositivi elettronici che contengono al loro interno percentuali variabili di nicotina; questa sostanza è infatti un potente agente con azione vasocostrittiva e impedisce l’afflusso sanguigno a livello del circolo periferico, comprese quindi le ferite chirurgiche eseguite a livello mammario e che potrebbero quindi non guarire in modo ottimale e andare incontro a complicanze come la diastasi e la deiscenza della ferita ma anche la liponecrosi che potrebbero richiedere ulteriori interventi chirurgici in anestesia locale al fine d’ottenere la completa guarigione senza esiti. La tempistica ottimale per la sospensione del fumo di sigaretta è stata calcolata essere di almeno 15 giorni, anche se ottimali sarebbero 30 giorni prima dell’intervento di mastoplastica riduttiva, al fine d’azzerare gli effetti delle sostanze tabaccose. Inoltre è obbligatoria la sospensione di tutti i farmaci antiaggreganti e anticoagulanti almeno quindici giorni prima dell’intervento, in modo tale da poter iniziare l’embricazione con eparine a basso peso molecolare sotto controllo del medico prescrittore, in modo tale da normalizzare i parametri della coagulazione e quindi diminuendo il rischio relativo a potenziali sanguinamenti o ematomi post operatori. Con lo stesso fine di diminuire il rischio emorragico, nei 15 giorni antecedenti l’intervento di mastoplastica riduttiva è vietata l’assunzione per bocca o per altre vie come quella intramuscolare di tutti i farmaci FANS cioè farmaci anti infiammatori non steroidei, che hanno un’interferenza dimostrata con la cascata coagulativa e che aumentano il rischio di sanguinamento; in caso di necessità è consentita l’assunzione esclusivamente di paracetamolo, il principio attivo della tachipirina. Infine sempre per diminuire il rischio di sanguinamento intraoperatorio e post operatorio è vietata l’assunzione di farmaci omeopatici.
Prima dell’intervento di mastoplastica riduttiva è inoltre raccomandato avere un peso costante da almeno 3/6 mesi al fine di limitare gli effetti ormonali della sindrome metabolica legata all’eccesso di tessuto adiposo. Il giorno precedente l’intervento chirurgico è necessario eseguire la tricotomia a livello di entrambe le ascelle facendo uso di rasoi elettrici ed evitando le classiche lamette da barba, che hanno il rischio di creare microtraumi invisibili sulla pelle che potrebbero essere colonizzati da microrganismi come lo stafilococco aumentando quindi il rischio infettivo operatorio.
Il giorno precedente l’intervento chirurgico di mastoplastica riduttiva è obbligatorio eseguire un’accurata igiene personale utilizzando detergenti contenenti potenti disinfettanti ad ampio spettro come la clorexidina (ad esempio il Fisian o simili), da ripetere anche la mattina stessa dell’intervento chirurgico prima d’arrivare in clinica.
È obbligatorio rimuovere tutti i monili dal corpo, compresi orecchini o piercing, la cui permanenza durante l’intervento di mastoplastica riduttiva potrebbero portare a ustioni localizzate nella sede, per trasmissione dall’elettrobisturi. Inoltre è necessario rimuovere lo smalto dalle unghie sia delle mani che dei piedi, soprattutto se di colore scuro come blu, viola o nero, che potrebbe interferire con la corretta lettura della saturazione misurata attraverso un apparecchio medico che si chiama pulsossimetro e che viene appunto applicato a livello delle dita.
La sera prima dell'intervento di mastoplastica riduttiva è vietato assume cibi solidi o bevande, acqua compresa a partire dalla mezzanotte eccezion fatta per la poca acqua necessaria per l’assunzione di medicinali facenti parte della terapia personale. L’insorgenza di sindrome influenzale o parainfluenzale deve essere comunicata tempestivamente all’equipe chirurgica al fine di posticipare la data dell’intervento una volta risolto lo stato infiammatorio; in particolare deve essere comunicata l’insorgenza di nausea, vomito, diarrea, febbricola o febbre alta, mal d’orecchi, raffreddore, sinusite, tosse, congiuntivite ecc.
Prima dell’intervento di mastoplastica riduttiva è possibile continuare la terapia personale eventualmente assunta, a meno di diversa indicazione da parte dell’equipe medica. A tale riguardo è molto importante il monitoraggio stretto dei livelli glicemici in pazienti diabetici e in trattamento con insulina sottocutanea oppure con farmaci antiglicemizzanti orali.
Infine è raccomandato venire in clinica accompagnati da una persona di fiducia, che provveda non solo al trasporto al proprio domicilio dopo la dimissione, ma che possa prestare assistenza durante i primi giorni post operatori; a tal riguardo si consiglia d’indossare indumenti comodi come tuta e scarpe da ginnastica, meglio se provvisti di una zip a cerniera nella parte anteriore in modo da facilitare la vestizione e le medicazioni durante i controlli medici.
Il giorno dell’intervento di mastoplastica riduttiva
La mattina dell’intervento di mastoplastica riduttiva inizia con l’accettazione della paziente presso l’ufficio amministrativo dove dovranno essere consegnati anche tutti gli esami preoperatori che verranno fotocopiati per poi essere allegati alla cartella clinica. A meno di problematiche particolari, la visita anestesiologica viene eseguita il giorno dell’intervento chirurgico, momento in cui saranno spiegate le modalità anestesiologiche dell’intervento di mastoplastica riduttiva che viene eseguito esclusivamente in anestesia generale. Seguirà la visita medica dell’equipe chirurgica e quindi il disegno preoperatorio con un ulteriore spiegazione dei dettagli tecnici e delle problematiche eventuali relative ad ogni caso specifico.
L’intervento di mastoplastica riduttiva ha una durata di circa 3 ore e, dopo avere provveduto alla resezione del tessuto in eccesso, si conclude con il montaggio della mammella, il posizionamento di due drenaggi in aspirazione, uno per ogni mammella, che poi verranno rimossi o il giorno successivo oppure nei giorni a seguire in base al siero drenato. I punti di sutura sono riassorbibili e non sarà necessaria la loro rimozione nei giorni a seguire. La mastoplastica riduttiva viene eseguita in regime di ricovero di almeno una notte in clinica, con un medico di guardia e il personale infermieristico. Alla dimissione verranno prescritti i farmaci da assumere a domicilio e saranno programmati i controlli post operatori.
Subito dopo l’intervento di mastoplastica riduttiva
Il postoperatorio della mastoplastica riduttiva deve essere caratterizzato dal riposo presso il proprio domicilio per almeno 72 ore, trascorse le quali il rischio di sanguinamento è sostanzialmente azzerato. La prima medicazione viene seguita subito prima della dimissione al fine di monitorare lo stato d’avanzamento del processo di guarigione e verrà ripetuta per un tempo variabile da 4 a 5 giorni e fino a completa guarigione delle ferite chirurgiche. Dopo i primi giorni di riposo è consentito fare delle passeggiate senza affaticarsi troppo e l’attività lavorativa può essere ripresa generalmente dopo 10-15 giorni, mentre l’attività fisica dopo tre o quattro settimane. I controlli medici successivi sono generalmente protocollati a distanza di 30 giorni, 90 giorni, 120 giorni e quindi ogni anno per i primi 3 anni dall’intervento di riduzione mammaria. Il risultato a lungo termine della mastoplastica riduttiva è da considerarsi definitivo e raramente si potrà assistere ad una recidiva totale ad eccezione dei forti incrementi di peso corporeo; è normale, tuttavia, assistere ad un aumento volumetrico contenuto durante il periodo menopausale.
Possibili complicanze della mastoplastica riduttiva
Le possibili complicanze dopo l’intervento di mastoplastica riduttiva sono rappresentate da ritardi di guarigione (deiscenze o diastasi) delle ferite, specialmente a livello dell’incrocio delle cicatrici verticale e del solco sottomammario che generalmente tendono a guarire in modo spontaneo senza richiedere ulteriori interventi. La cicatrizzazione può non essere ottimale a causa dello scarso spessore cutaneo dovuto al peso delle mammelle e questo può richiedere ulteriori interventi chirurgici in anestesia locale con i quali si procede a fare una plastica locale per migliorare il risultato estetico. Complicanze maggiori che richiedono una revisione dell’intervento di mastoplastica riduttiva sono l’ematoma (la raccolta di sangue all’interno dei tessuti), la liponecrosi (la morte parziale di tessuto adiposo di per sé già poco vascolarizzato), il sieroma (l’accumulo di siero all’interno dei tessuti) e infine sanguinamenti attivi che si possono verificare nell’immediato post operatorio.
L’insorgenza delle complicanze della mastoplastica riduttiva è legata alla presenza di fattori di rischio come il fumo di sigaretta, il diabete e la sindrome metabolica legata all’eccessivo peso corporeo. La maggior parte delle complicanze sono risolvibili con un tempestivo intervento chirurgico di revisione con modalità e tempistica da concordare con il chirurgo plastico. La ripresa della sensibilità a livello del complesso areola capezzolo avviene nel giro di qualche mese, in genere sei mesi, a meno che non sia già stata compromessa in modo irreversibile dalla gigantomastia. Infine il processo dell’allattamento può venir compromesso a seguito dell’intervento di mastoplastica riduttiva per la resezione dei dotti galattofori che viene pianificata in base al peduncolo vascolare che viene prescelto.
Altre complicanze minori a lungo termine della mastoplastica riduttiva sono rappresentate da processi di cicatrizzazione patologici con la formazione di cicatrici ipertrofiche (cicatrici rossastre, dolenti, dolorabili o pruriginose), cicatrici atrofiche (cioè di volume ridotto) oppure cicatrici diastasate (ossia allargate); tali alterazioni possono essere corrette in un secondo tempo e comunque non prima che si sia completato il processo di cicatrizzazione che dura mediamente circa 12 settimane, cioè tre mesi e che in alcuni pazienti, come quelli appartenenti a fototipi chiari di tipo 1 o di tipo 2 può procrastinarsi anche fino a sei o dodici mesi.
Il costo dell’intervento di mastoplastica riduttiva
Il costo dell’intervento di mastoplastica riduttiva è comprensivo della retta di degenza in regime di ricovero, dell’affitto della sala operatoria per un tempo stimato di circa 3 ore, dei materiali di consumo, dell’onorario dell’equipe medica incluso il medico specializzato in anestesia e dei due chirurghi plastici. I costi sono variabili in base alla tempistica di sala operatoria e quindi anche in base agli interventi che possono essere eseguiti contestualmente come la liposuzione, la liposcultura, il lipofilling, la rinoplastica, l’otoplastica o la blefaroplastica superiore o inferiore.
Nel caso in cui la mastoplastica riduttiva abbia valenza funzionale come nel caso del trattamento di gigantomastie, l’onorario dell’equipe operatoria e i costi della casa di cura privata potranno essere coperti in tutto o in parte dall’assicurazione sanitaria. La casa di cura dove viene eseguito l’intervento chirurgico è convenzionata con la quasi totalità delle assicurazioni mediche e il pagamento può essere eseguito sia in forma diretta secondo tariffario assicurativo ma anche in forma indiretta, pagando cioè la fattura e chiedendo il rimborso all’assicurazione. Inoltre i costi per sostenere l’intervento chirurgico di mastoplastica riduttiva possono essere detratti dalla dichiarazione dei redditi nella misura del 20%. La certificazione medica attestante la natura funzionale dell’intervento di mastoplastica riduttiva può essere rilasciata da un medico chirurgo specializzato in ortopedia e traumatologia, il quale attesta i danni esistenti a livello della colonna vertebrale, con possibilità d’integrare la documentazione con esami strumentali come la radiografia diretta della colonna vertebrale nel tratto cervicale o del rachide dorsale ed eventualmente approfondita in modo mirato eseguendo la risonanza magnetica nucleare per la diagnosi di ernie discali.
Per dettaglio costi, si prega di consultare la pagina Costi Mastoplastica Riduttiva.
La scelta del tuo chirurgo per eseguire l’intervento di mastoplastica riduttiva
La scelta del chirurgo per eseguire l’intervento di mastoplastica riduttiva deve ricadere su medici chirurghi specializzati in chirurgia plastica.
Il primo passo da fare per una scelta consapevole è quello di verificare le credenziali del professionista identificato rivolgendosi all’Ordine dei Medici della provincia di residenza tramite contatto telefonico oppure per mail. In questo modo potranno essere ricavate informazioni utili quali l’Ateneo degli studi, il voto di laurea e il superamento dell’esame d’abilitazione nazionale all’esercizio della professione di medico chirurgo. Queste informazioni possono essere reperite comodamente anche da casa consultando il sito web della Federazione Nazionale ordine dei Medici Chirurghi alla sezione ricerca anagrafica; qui è anche possibile prendere visione delle specializzazioni conseguite secondo le norme del Ministero della Salute che sono riconosciute a livello europeo. A tal proposito va sottolineato che i master universitari di primo e/o secondo livello non sono paragonabili al diploma di specializzazione né da un punto di vista giuridico né tanto meno di preparazione teorico pratica. Infatti la maggior parte dei master non prevedono nessun esame d’ingresso e frequentemente hanno piani di formazione che prevedono lezioni saltuarie senza possibilità d’esercitare la parte pratica, per una durata di uno o due anni. I diplomi di specializzazione ministeriali sono invece regolati a livello nazionale e l’ingresso nelle scuole universitarie è legato al superamento dell’esame d’ingresso che prevede esami teorici particolarmente selettivi oltre a un curriculum universitario con media di voti molto alta. I diplomi di specializzazione hanno una durata di cinque anni accademici, durante i quali vengono effettuate lezioni frontali e tirocini nelle sale operatorie con un esame finale di fine anno; durante questi cinque anni il medico si forma sotto tutoraggio di medici ospedalieri o universitari, fino al conseguimento del diploma con esame finale e un’ulteriore tesi di specializzazione discussa di fronte alla commissione. Inoltre è possibile verificare l’appartenenza del chirurgo plastico ad almeno una delle due società italiane di chirurgia plastica riconosciute ufficialmente che sono la SICPRE (Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica) e l’AICPE (Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica); i chirurghi plastici con maggiori titoli potranno inoltre vantare anche l’associazione a società internazionali di indiscusso prestigio come l’ASPS (American Society of Plastic Surgeons) e l’ISAPS (International Society of Aesthetic Plastic Surgeons), di cui la prima delle due rappresenta la società più importante al mondo e con il più elevato numero di iscritti.