Blefaroplastica

Data pubblicazione: 19/02/2022
Dr. Tommaso Agostini


Indice

Che cosa è la blefaroplastica

La blefaroplastica è un intervento di chirurgia estetica eseguito a livello delle palpebre, attraverso il quale si migliora lo sguardo, rinfrescandolo e rendendolo meno stanco.

Le palpebre, due per ciascun occhio, si distinguono in superiori e inferiori.
Si tratta di strutture anatomiche costituite da tessuto tendineo, muscolare (muscolo orbicolare dell’occhio), congiuntiva e cute e sono dotate di follicoli piliferi da cui escono le ciglia. 

La palpebra inferiore ha una funzione statica di sostegno e di protezione per l’occhio, garantendo la copertura del terzo inferiore del globo oculare, nonché il drenaggio del secreto lacrimale, che viene prodotto dalla ghiandola lacrimale situata nella porzione supero-esterna della cavità orbitaria, fino al dotto lacrimale, situato a livello dell’angolo mediale (canto interno) dell’occhio.

La palpebra superiore ha una funzione dinamica, di pompa, assicurando l’umidificazione della congiuntiva bulbare e la protezione dei due terzi superiori dell’occhio sia da agenti fisici dannosi (i raggi solari), sia da agenti fisici traumatici.

L’ intervento di chirurgia estetica palpebrale ha alcuni limiti, poiché non modifica le zampe di gallina (le rughe situate a livello dell’angolo esterno dell’occhio), non migliora la pigmentazione spesso scura o bluastra delle borse adipose e non rimuove le borse malari, quelle situate a livello zigomatico. 
La blefaroplastica è classificata in base all’area anatomica in cui viene seguita e in base alle incisioni chirurgiche effettuate.

Classificazione della blefaroplastica in base all’area anatomica

La blefaroplastica si suddivide in blefaroplastica superiore e blefaroplastica inferiore, a seconda della palpebra che si desidera correggere.

La blefaroplastica superiore ha come scopo principale quello di eliminare la pelle in eccesso a livello palpebrale.
Se la cute in eccesso è di moderata entità, allora l’intervento di chirurgia plastica produrrà un solco palpebrale ben definito ed uno sguardo più giovanile e fresco, ma se l’eccesso cutaneo interferisce anche con la vista, allora la blefaroplastica avrà anche una valenza funzionale, ristabilendo un campo visivo completo.

La blefaroplastica superiore, oltre a prevedere la resezione della cute palpebrale, può richiedere manovre chirurgiche anche a livello della porzione palpebrale del muscolo orbicolare e delle borse adipose superiori.
Più in particolare, le borse palpebrali superiori sono due: quella mediale, più vicina all’angolo interno dell’occhio, e quella mediana, in corrispondenza della linea medio-pupillare. 
A differenza delle borse adipose della palpebra inferiore, esse richiedono un trattamento chirurgico solo in casi selezionati, poiché il rischio sarebbe quello di avere un occhio troppo svuotato, con conseguente aspetto “cadaverico”, risultato esteticamente non piacevole.
Le borse palpebrali superiori sono responsabili del bulging palpebrale, cioè delle sporgenze/rigonfiamenti palpebrali superiori e la loro resezione parziale viene riservata solo a quei soggetti che presentano l’occhio “gonfio”. 

La blefaroplastica inferiore agisce migliorando l’aspetto della regione palpebrale inferiore, che nella quasi totalità dei casi presenta un cedimento strutturale del setto orbicolare, cioè di quella sottile membrana fibrosa, che normalmente ha la funzione di contenimento del tessuto adiposo orbitario, e il cui risultato è comunemente noto in quelle che sono chiamate occhiaie o borse palpebrali, responsabili del tipico aspetto stanco del volto.
Le borse palpebrali inferiori si presentano anatomicamente distinte in tre settori: la borsa mediale (subito al di sotto dell’angolo interno dell’occhio), la borsa mediana (situata al di sotto della pupilla) e la borsa laterale (sotto l’angolo esterno dell’occhio).
I più comuni difetti estetici sono prevalentemente a carico della regione para-nasale, cioè in corrispondenza del canto interno, e sono dovuti all’erniazione del grasso della borsa mediale.
Nei casi di media gravità, anche il grasso della borsa mediana e/o laterale tenderà ad erniare, fino ad arrivare al cedimento di tutte le tre borse adipose. L’intervento di chirurgia estetica della palpebra inferiore prevede tecnicamente la resezione oculata e precisa del grasso di una o di tutte le borse palpebrali responsabili dell’inestetismo lamentato.
La resezione cutanea sarà invece assente o limitata ad una sottile striscia di pelle, variabile da 1 a 3 mm, in base ai soggetti. 
Con questo intervento vengono migliorati sia il solco lacrimale (il solco cioè che parte dal canto interno dell’occhio e si dirige verso la guancia), sia i festoni, ossia quelle pieghe cutanee che possono essere numerose e disposte a fisarmonica, che si localizzano in prossimità della regione zigomatica. 
In casi selezionati le borse adipose non hanno indicazione ad essere asportate chirurgicamente, ma solo riposizionate, al fine di riempire lo spazio vuoto a livello del solco lacrimale (tecnica di Loeb-Hamra). 

La blefaroplastica superiore e quella inferiore possono essere eseguite anche contemporaneamente e l’intervento prende in questo caso il nome di blefaroplastica totale.

Classificazione della blefaroplastica in base alle incisioni chirurgiche

Nella blefaroplastica superiore l’incisione chirurgica è sempre transcutanea e viene eseguita a livello del solco o piega palpebrale superiore, in modo che rimanga ben nascosta durante la vita sociale e lavorativa.
Solitamente si estende lateralmente, dall’angolo interno dell’occhio fino al canto esterno, in misura variabile in base all’estensione della pelle in eccesso.
 A questo livello vengono posizionati punti di sutura non riassorbibili, che verranno poi rimossi dopo 5-7 giorni. 
La sutura può essere eseguita con punti staccati oppure si può ricorrere ad una sutura estetica intradermica, a scelta del chirurgo.
Tuttavia non è possibile utilizzare materiale riassorbibile che potrebbe essere responsabile di una guarigione non ottimale della ferita chirurgica.

Nella blefaroplastica inferiore le incisioni chirurgiche possono essere di diversi tipi:
- l’accesso transcongiuntivale viene effettuato evertendo (esponendo) la palpebra inferiore, per esporre il sacco congiuntivale sul cui fondo viene eseguita l’incisione.
Questo tipo di incisione è riservata solitamente a pazienti giovani che presentano borse adipose o comunque a soggetti adulti che non presentano un eccesso di pelle, poiché con questa incisione vengono rimosse parzialmente solo le borse adipose. 
I punti di sutura apposti sono riassorbibili ed esternamente non appare traccia di cicatrice.
-l’accesso transpalpebrale (transcutaneo) prevede l'incisione della pelle della palpebra inferiore. Questa viene a sua volta distinta in incisione subtarsale (eseguita subito al di sotto del tarso), incisione subciliare (subito sotto le ciglia), a circa 2-3 mm dal tarso, e infine incisione orbitaria, eseguita a livello del margine orbitario inferiore.
Quest’ultima, per la sua altezza molto bassa rispetto alle ciglia, non viene utilizzata quasi mai in chirurgia estetica e rimane appannaggio di interventi di chirurgia ricostruttiva post-oncologica.
In tutti i tipi di accesso chirurgico transpalpebrale la sutura viene eseguita con punti di sutura non riassorbibili, rimossi entro 7 giorni dall’intervento chirurgico.

Inestetismi correggibili simultaneamente all’intervento di blefaroplastica

Una delle domande più frequenti che viene posta dal paziente è se è possibile cambiare la forma dell’occhio e allungarlo verso l’esterno (occhi di volpe o fox eyes).
La correzione della forma dell’occhio viene eseguita attraverso il riposizionamento dell’angolo esterno dell’occhio (canto esterno), che può essere non solo allungato ma anche sollevato. 
Il sollevamento del canto esterno dell’occhio può essere eseguito attraverso la sospensione delle strutture legamentose con un punto di sutura (cantopessi) oppure attraverso la resezione del tendine cantale laterale, che viene quindi reinserito nella posizione desiderata (cantoplastica). 
Quasi sempre le tecniche di cantopessi e cantoplastica modificano l’angolo esterno dell’occhio (cantopessi/cantoplastica laterale) e più raramente quello interno (cantopessi/cantoplastica mediale). 

È possibile anche riposizionare la palpebra inferiore. Normalmente, infatti, la palpebra inferiore è tangente all’iride, coprendo totalmente la sclera (parte bianca) dell’occhio. Questa posizione può essere perduta in giovane età a causa di fattori traumatici oppure col passare del tempo (pazienti più anziani), per eccessiva lassità dei legamenti tarsali.
Il risultato sarà non solo la visibilità della sclera dell’occhio (scleral show), ma anche l’irritazione della congiuntiva bulbare che diventerà arrossata e irritata.
L’anomala posizione palpebrale può essere corretta attraverso l’intervento di tarsal strip, ossia la resezione parziale del terzo laterale della palpebra inferiore limitata a pochi mm e quindi l’ancoraggio a livello del margine orbitario supero-esterno.

Nei casi in cui l’eversione della palpebra inferiore sia di grado importante (ectropion), avremo un’incompetenza palpebrale totale, con impossibilità a chiudere completamente l’occhio (lagoftalmo).
I tipi più frequenti di ectropion sono quello traumatico (traumi accidentali), quello iatrogeno (chirurgico) e quello senile. 
Anche l’ectropion può essere corretto con successo utilizzando il tarsal strip. 

Se la palpebra inferiore è invece rovesciata verso l’interno dell’occhio, le ciglia saranno a diretto contatto con la congiuntiva bulbare, causando stati infiammatori cronici, accompagnati anche da dolore, una condizione che prende il nome di entropion.
Sulla base dei fattori scatenanti eziologici, l’entropion viene classificato come congenito, traumatico e senile, quest’ultimo di gran lunga il più frequente. 
Esso è dovuto sia al rilassamento del sistema legamentoso tendineo che all’iperattività dei muscoli retrattori della palpebra inferiore.

Sono numerosi anche gli inestetismi a livello della palpebra superiore, che possono essere corretti durante l’intervento di blefaroplastica superiore, in primis il prolasso (cioè la caduta) della ghiandola lacrimale.
Questa ghiandola, come già accennato, si trova alloggiata nella doccia lacrimale dell’osso orbitario, in posizione supero-esterna e ben nascosta.
Tuttavia, a causa del rilassamento delle strutture fibrose di contenimento, la ghiandola può erniarie verso l’esterno ed essere visibile come una protuberanza subito al di sopra dell’angolo esterno dell’occhio, specialmente nello sguardo verso il basso. 
Il suo riposizionamento è particolarmente importante, al fine di avere un risultato estetico subottimale nell’intervento di blefaroplastica superiore.
Altro difetto molto comune, che si riscontra frequentemente a livello palpebrale superiore, è rappresentato dalla ptosi, cioè dalla caduta della palpebra superiore. 

La ptosi palpebrale può essere congenita, traumatica e senile.
La ptosi di natura congenita è di difficile correzione, richiedendo un trattamento chirurgico anche a livello del muscolo frontale.
Inoltre, può essere mono o bilaterale, può colpire cioè un solo occhio o entrambi. 
Chiaramente un difetto monolaterale è più visibile nella vita sociale, in quanto responsabile di un’asimmetria dello sguardo.
Al contrario, la ptosi bilaterale può risultare meno visibile socialmente, ma tuttavia essere più invalidante, in quanto viene compromesso il campo visivo di entrambi gli occhi. 
La correzione della ptosi palpebrale senile avviene quasi sempre con successo, anche se la principale difficoltà può essere quella di posizionare le due palpebre superiori alla stessa altezza. 

Altro difetto di frequente riscontro riguarda la caduta/abbassamento del sopracciglio (ptosi sopracciglio): numerosi pazienti che richiedono l’intervento di chirurgia plastica palpebrale, pur lamentando pelle in eccesso a livello della palpebra superiore, sono candidati all’intervento di lifting del sopracciglio.
I pazienti che hanno questo tipo di difetto estetico si riconoscono molto bene, poiché hanno una distanza minima tra le ciglia e il sopracciglio, oltre a numerose rughe a livello della fronte e sono i candidati ottimali all’intervento combinato di blefaroplastica e lifting sopracciliare
Quest’ultimo può essere eseguito dallo stesso accesso chirurgico utilizzato per la blefaroplastica, ottenendo un sollevamento solo del suo terzo laterale.
Viceversa, un approccio transcutaneo con una cicatrice ben nascosta a livello dei follicoli piliferi, sarà il trattamento chirurgico scelto per il sollevamento del sopracciglio nella sua interezza, compresa la testa del sopracciglio.

Infine, può essere presente la contrazione involontaria del muscolo orbicolare dell’occhio, che può essere mono o bilaterale e che prende il nome di blefarospasmo.
Questa condizione patologica si accentua in condizioni di stress, fino a compromettere non solo il campo visivo, ma anche la vita sociale e lavorativa, poiché le palpebre si contraggono forzatamente fino alla chiusura completa, non consentendo più la visione. 
Questa condizione non si corregge con l’intervento chirurgico, ma con iniezioni locali con un micro ago di tossina botulinica, che ha infatti azione miorilassante. Per la correzione del blefarospasmo occorrono circa 10-15 minuti in ambulatorio medico, ma purtroppo la durata della correzione è temporanea, limitandosi a 3/5 mesi. Quindi si tratta di un trattamento medico da ripetere con costanza circa 3 volte ogni anno.

La prima visita per la blefaroplastica

Durante la prima visita sarà valutata in toto la regione peri-oculare.
In particolare saranno esaminati la quantità di pelle in eccesso a livello delle palpebre, il posizionamento ottimale delle stesse, la posizione delle ciglia, il corretto alloggiamento della ghiandola lacrimale, la presenza di eventuale ptosi palpebrale e l’elasticità dei sistemi muscolo-legamentosi. 
Verrà quindi proposto un intervento isolato a livello delle palpebre (blefaroplastica estetica) oppure associato a procedure simultanee per un risultato sub ottimale.

Esami preoperatori da eseguire prima della blefaroplastica

Gli esami ematici da eseguire sono quelli di routine, inclusa la funzionalità epatica, quella renale e l’assetto coagulativo, che saranno completati con un elettrocardiogramma ed eventuale visita oculista di supporto in casi selezionati. Saranno eseguite anche fotografie preoperatorie, parte integrante della cartella clinica e utili per monitorare il successo dell’intervento chirurgico.

Prima dell’intervento di blefaroplastica

Prima di sottoporsi all’intervento di blefaroplastica, sono raccomandati:
-la sospensione del fumo di sigaretta, compreso quello delle sigarette elettroniche, almeno una settimana prima e una settimana dopo l’intervento chirurgico, al fine di non interferire con i processi di guarigione. 
-il divieto di assumere farmaci anti-infiammatori, come Brufen/Oki/Aulin che rendono il sangue più fluido e aumentano il tempo di sanguinamento (come antidolorifico si raccomanda l’assunzione di paracetamolo). 
-l’obbligo di informare l’equipe chirurgica di qualsiasi farmaco si prenda per bocca, iniezione o sotto forma di collirio, compresi i farmaci omeopatici di erboristeria. 
-la necessità di sospendere farmaci anticoagulanti e antiaggreganti 15 giorni prima dell’intervento chirurgico, sotto monitoraggio del medico di medicina generale o dello specialista che li ha prescritti. 
-l’opportunità di non presentarsi da soli il giorno dell’intervento, ma di farsi accompagnare e organizzarsi a casa, almeno per i primi tre giorni postoperatori, al fine di non rimanere soli.
-il divieto di consumare cibi solidi o liquidi, acqua compresa, a partire dalla mezzanotte del giorno precedente l’intervento, anche se è consentito un piccolo sorso d’acqua per assumere la terapia medica personale che dovrà essere preventivamente comunicata ai medici. 
-il divieto di toccare e/o rimuovere foruncoli o punti neri dal volto.
-un’accurata igiene personale sia con bagno doccia, utilizzando saponi a base di clorexidina (Fisian), sia con soluzione micellare, al fine di rimuovere residui di sebo dal volto, compreso il trucco, facendo particolare attenzione alla regione perioculare.
- il divieto di indossare monili e preziosi, compresi orologi, orecchini e body piercing.

Durata dell’intervento di blefaroplastica

L’intervento di blefaroplastica superiore ha una durata variabile dai 30 ai 40 minuti.
La blefaroplastica inferiore ha una durata di 40-60 minuti.
La correzione di inestetismi aggiuntivi richiede un tempo operatorio maggiore, che potrà essere quantificato in sede di visita medica.
La blefaroplastica totale ha una durata variabile dagli 80 ai 90 minuti.

Decorso postoperatorio

Non si tratta di un intervento doloroso e solo raramente è necessaria l’assunzione di farmaci antidolorifici. 
Non vengono effettuate medicazioni ingombranti, perché potrebbero interferire con il campo visivo. 

Nella blefaroplastica superiore sono utilizzati solo dei piccoli cerotti chiamati steri strip, che hanno la funzione di tenere fermi i fili di sutura.
Nella blefaroplastica inferiore si utilizzano sempre steri strip adesivi, che hanno invece funzione di sostegno per la palpebra inferiore. 
In entrambi i casi sarà necessario non rimuovere né bagnare le medicazioni. Nell’immediato post operatorio è normale la presenza di un edema moderato e la presenza di un lieve essudato sieroso dalle ferite chirurgiche.

È normale anche non avere una chiusura completa dell’occhio (lagoftalmo temporaneo) nei casi di blefaroplastica superiore. 

Nelle prime 72 ore si raccomanda riposo assoluto con la possibilità di svolgere le normali mansioni quotidiane di igiene personale.
Resta comunque sempre l’invito ad “annoiarsi”, leggendo o utilizzando tablet o smartphone. 
In particolare si raccomanda:
-di dormire con due cuscini sotto la testa, in modo che questa sia sollevata rispetto al tronco, per limitare l’edema post operatorio nei giorni successivi; 
-di seguire la terapia prescritta alla dimissione; 
-di tenere pulite le ferite, per evitare eventuali croste ematiche che si potrebbero formare.

Ripresa dell’attività dopo la blefaroplastica

Dopo tre giorni dall’intervento chirurgico è possibile riprendere le normali attività quotidiane come passeggiare o fare la spesa, avendo sempre l’accortezza di indossare degli occhiali da sole. 
Fino alla rimozione dei cerotti e dei punti di sutura, la vita sociale e quella lavorativa rimangono comunque limitate. 
Dopo la medicazione, che avverrà tra la quinta e la settima giornata post operatoria, sarà possibile riprendere una vita normale.

Il risultato definitivo della blefaroplastica

Le cicatrici all’inizio saranno rossastre e avranno bisogno di essere massaggiate con creme specifiche prescritte alla dimissione. 
La cicatrizzazione nella zona periorbitaria è di solito ottimale e spesso risulta invisibile anche agli addetti ai lavori, garantendo risultati estetici ottimali già a 15-20 giorni dall’intervento.
Il risultato della blefaroplastica è molto duraturo, pur risentendo sempre del cronoinvecchiamento, cioè dell’invecchiamento fisiologico legato al tempo.

Costo della blefaroplastica

Il costo dell’intervento della blefaroplastica superiore è di 1500-1800 euro, mentre quello della blefaroplastica inferiore è di 2000-2500 euro. 
La blefaroplastica totale ha un costo di 3500-4000 euro. 
Il preventivo comprende la prima visita, la degenza in struttura, il personale di sala operatoria e l’anestesista, nonché medicazioni e controlli post operatori. Alla conferma dell’intervento è richiesto un acconto nella misura, di solito, del 30% del preventivo. 
Eventuali variazioni del prezzo possono essere giustificate da altre procedure chirurgiche eseguite simultaneamente, per migliorare la regione perioculare.

Blefaroplastica in anestesia locale/generale

Di norma l’intervento di blefaroplastica estetica viene seguito in anestesia locale, utilizzando anestetici topici come l’oxibuprocaina cloridrato (Novesina), cioè delle gocce di anestetico locale che vengono messe nell’occhio, rinforzate da anestetico con vasocostrittore, che viene iniettato nella pelle dell’occhio con microaghi. 
Anche quando si tratta di correggere inestetismi ulteriori, l’intervento sarà condotto in anestesia locoregionale.
L’anestesia generale rimane selezionata per l’intervento di blefaroplastica totale (superiore e inferiore combinata), oppure a scelta del paziente, previo colloquio con l’anestesista. 
Quindi, generalmente, non c’è bisogno del pernottamento in clinica e l’intervento viene eseguito in regime ambulatoriale o day-hospital.

Complicanze della blefaroplastica

Le complicanze della blefaroplastica sono distinte in temporanee e permanenti. Tra le complicanze temporanee possiamo avere:
 - edema (gonfiore) a livello non solo della regione periorbitaria, ma anche della palpebra inferiore, fino anche a poter interessare l’area del terzo medio del volto (guance); 
-lividi (ecchimosi), che possono essere di grado variabile anche in base allo status del soggetto;
- edema congiuntivale (chemosi), cioè un rigonfiamento della congiuntiva bulbare e/o tarsale per accumulo di siero;
-occhio rosso, cioè accumulo di sangue a livello congiuntivale; 
-eccessiva lacrimazione (epifora). 
-la possibile comparsa sulle cicatrici di piccoli punti biancastri che prendono il nome di milia. Si tratta di piccole cisti epiteliali benigne a livello del derma superficiale, composte da materiale cheratinico, che vengono facilmente rimosse durante i controlli programmati. 

Tutte le complicanze sopra elencate non richiedono trattamento chirurgico e si risolvono spontaneamente con una tempistica variabile. 

Altre condizioni possono richiedere invece un ritocco chirurgico, come per il drenaggio di ematomi palpebrali o retrobulbari e per la sutura di deiscenze delle ferite chirurgiche. 
L’eccessiva resezione di pelle può portare al lagoftalmo, ossia alla non completa chiusura della rima palpebrale e all’ectropion, cioè al cedimento strutturale della palpebra inferiore che si abbassa scoprendo la porzione inferiore del bulbo oculare.

La scelta del chirurgo per la blefaroplastica

La scelta del chirurgo rappresenta sempre uno dei momenti decisivi prima di sottoporsi all’intervento chirurgico. 
Un medico-chirurgico con diploma di specializzazione in chirurgia plastica estetica fornisce già una buona garanzia di qualità di cura.
La verifica della specializzazione può essere facilmente effettuata on line, verificando sui siti ufficiali della Federazione Nazionale dei Medici Chirurghi, sul sito dell’International Society of Aesthetic Plastic Surgery (ISAPS) e sul sito della American Society of Plastic Surgeons (ASPS). 
Queste ultime due società rappresentano una garanzia assoluta per il paziente, poiché accettano iscrizioni solo da medici con diploma di specializzazione del Ministero della Salute. 
Altre società italiane come la Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica (SICPRE) e l’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (AICPE) raccolgono tra gli iscritti sia medici specialisti che non specialisti, ma con esperienza nel campo della chirurgia plastica.
Un ulteriore passo per una scelta consapevole è quello di verificare le competenze del chirurgo prescelto in chirurgia plastica della testa e del collo, con perfezionamento specifico nella chirurgia del volto. 

La blefaroplastica non chirurgica

La blefaroplastica non chirurgica può essere eseguita a livello della palpebra superiore ed è riservata a pazienti con moderata lassità cutanea.
Il trattamento si esegue a livello ambulatoriale, con anestesia locale topica applicata almeno 3 ore prima. 
Il protocollo di trattamento si esegue in 2-3 sedute, a cadenza mensile, con E.A.S.T. HP (Electrical Arc Sublimation Therapy), ossia il micro radio bisturi a sublimazione dermica con arco voltaico. 
Subito dopo il trattamento sarà presente un edema di grado lieve-moderato che persisterà per circa 2-3 giorni.

La blefaroplastica non chirurgica eseguita a livello della palpebra inferiore rappresenta sicuramente il trattamento chirurgico eseguito con maggior frequenza.
Il trattamento si esegue a livello ambulatoriale senza necessità di anestesia locale e consiste nell’iniezione di filler a base di acido ialuronico a livello del solco lacrimale. 
Il trattamento dura circa 20-30 minuti e fornisce un risultato estetico immediato e duraturo anche fino a 15-18 mesi. 
La ripresa delle attività quotidiane, lavorative e sociali è immediata, con elevata soddisfazione da parte dei pazienti. 
Il risultato ottimale può essere raggiunto con una sola seduta o al massimo due sedute, a distanza di un mese. 
Nella scelta di sottoporsi alla blefaroplastica non chirurgica inferiore sono di fondamentale importanza l’esperienza del chirurgo, trattandosi di zona perioculare, e soprattutto la qualità del prodotto utilizzato. 
A questo riguardo si sconsigliano filler permanenti o semipermanenti, al fine di evitare complicanze locoregionali, con edema e rossore che possono non andare più via.
La scelta dovrà rimanere sull’utilizzo di filler a base di acido ialuronico e in particolare su filler a bassa densità, per evitare il richiamo d’acqua e quindi un gonfiore che potrebbe non solo compromettere il risultato del trattamento, ma anche peggiorare la situazione di partenza. 
Il miglior filler di acido ialuronico che posso consigliare in questo trattamento è il Redensity 2. 
La blefaroplastica inferiore non chirurgica ha alcuni limiti, tra cui quello più importante è che non è possibile migliorare la colorazione bluastra delle occhiaie.

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