Diastasi addominale

Data pubblicazione: 19/02/2022
Dr. Tommaso Agostini


Indice

Cosa è la diastasi addominale

La diastasi addominale è una patologia medica progressiva a carico della parete addominale anteriore e che colpisce prevalentemente il sesso femminile durante la gravidanza e dopo il parto; non deve essere trascurata poiché è progressiva e quindi i sintomi possono comparire nel tempo o peggiorare (dolore muscolo scheletrico e sintomi urogenitali). La diastasi addominale consiste in un allontanamento dei muscoli retti dalla linea mediana con indebolimento dei tessuti connettivali aponeutorici e quindi l’indebolimento della sottile lamina che separa gli organi dal grasso sottocutaneo, si può lacerare e quindi provocare un’ernia addominale fino anche all’eviscerazione (laparocele). Più che di una patologia si tratta quindi di una condizione anatomica frequente nel post partum assieme a quello che prende il nome di floppy abdomen.

La diastasi addominale rappresenta una condizione relativamente comune nella quale si evidenzia un rigonfiamento in sede sovraombelicale e il cui trattamento dipende dal grado di severità della diastasi. Pazienti a elevato rischio di sviluppare la diastasi addominale sono donne pluripare, obesità e pregressi interventi di chirurgia addominale e la classificazione è basata in base al grado di separazione tra i retti addominali e la deformità miofasciale. Il trattamento può includere una plicatura semplice, una plicatura accessiva e anche l’utilizzo di reti addominali.

Per capire nel modo migliore di cosa si tratta, è necessario conoscere l’anatomia chirurgica della parete addominale. La regione addominale è delimitata in alto dai margini delle cartilagini costali dalla settima alla decima, in basso dal margine superiore della sinfisi pubica medialmente e dai legamenti inguinali e dalle creste pubiche lateralmente e ai lati da due linee immaginarie che uniscono le creste iliache al margine costale.
Le linee addominali d’interesse chirurgico sono la linea alba o xifopubica passante per l’ombelico, la linea semilunare che segue il margine laterale del muscolo retto addominale e la linea paracentrale che rappresenta il prolungamento della linea emiclaveare; le altre linee sono orizzontali e sono rappresentate dalla linea xifosternale a livello del processo xifoideo dello sterno, la linea transpilorica passante dal margine inferiore delle arcate costali, dalla linea ombelicale trasversa a livello della quarta vertebra lombare e dalla linea bisiliaca che unisce le due spine iliache antero-superiori.
La parete addominale è formata dallo stato cutaneo esterno, dallo strato muscolare intermedio e dallo strato peritoneale interno; in regione mediana lo strato muscolare è formato solo dal muscolo retto dell’addome, mentre lateralmente ci sono 3 muscoli (muscolo obliquo interno, muscolo trasverso e muscolo obliquo esterno).
La muscolatura della parete addominale anteriore ha un ruolo fondamentale per una corretta postura poiché contribuisce a stabilizzare il bacino e la colonna vertebrale nel tratto toraco-lombare; la muscolatura addominale interviene durante la tosse, il sorriso, la minzione, la defecazione nonché nei movimenti del tronco in flessione anteriore (il muscolo retto addominale), in flessione laterale (muscoli obliqui interni) e in rotazione (muscolo obliquo esterno omolaterale alla rotazione e muscolo obliquo interno controlaterale) e infine anche nella respirazione a riposo ma soprattutto sotto sforzo, favorendo la risalita del muscolo diaframma.
Meglio si comprende quindi quali siano adesso le ripercussioni del distanziamento sulla linea mediana dei due muscoli retti; infatti il loro allontanamento è del tutto fisiologico durante i mesi di gestazione al fine di far spazio all’ingrandimento dell’utero, ma entro 12 mesi dal parto la distanza tra i due muscoli retti deve tornare entro i 2 cm. Se questo non accade allora si parla di diastasi patologica dei muscoli retti addominali i cui fattori di rischio sono ad oggi ben conosciuti e codificati: gravidanze multiple, gravidanze gemellari, obesità, feto di elevato peso e un’età superiore ai 35 anni al momento della gravidanza.

Diastasi addominale

La diastasi addominale deve essere differenziata dall’ernia addominale: in particolare la diastasi non ha un vero difetto fasciale ma è dovuta ad un rilassamento della linea alba, mentre l’ernia addominale è caratterizzata da un difetto fasciale con protrusione dei visceri addominali o dell’omento.
Le strutture di supporto della parete addominale anteriore includono la linea alba, la fascia anteriore e posteriore dei muscoli retti addominali, i muscoli retti addominali e i muscoli obliquo esterno, obliquo interno e il muscolo trasverso. L’ampiezza della linea alba che separa i due muscoli retti addominali varia da 11 mm fino a 21 mm tra il processo xifoideo dello sterno e l’ombelico, mentre decresce da un massimo di 11 mm fino a un minimo di 2 mm dall’ombelico fino alla sinfisi pubica. Lo spessore della linea alba varia da 900 a 1200 micron tra il processo xifoideo e l’ombelico per aumentare da 1700 fino a 2400 micron tra ombelico e sinfisi pubica. Lo spessore della fascia anteriore dei muscoli retti addominali varia da 370 fino a 700 micron ed è maggiormente spessa sopra l’ombelico, mentre la fascia posteriore varia da 450 a 600 micron ma è più spessa sopra l’ombelico.
La diastasi addominale dei retti si verifica quindi per un incremento della pressione positiva addominale, in cui per le forze eccessive che sollecitano la linea alba, questa tende ad allargarsi, aumentando di conseguenza la distanza tra i margini mediali dei muscoli retti addominali. Numerosi studi sono concordi nell’affermare che la distanza minima per poter parlare di diastasi addominale sia di 2 cm, e che la lassità miofasciale si sviluppa su un doppio piano, verticale ed orizzontale arrivando fino ad un massimo di 5-6 cm, passato il quale limite difficilmente la linea alba tornerà in posizione fisiologica per un rilassamento eccessivo della fascia anteriore dei muscoli retti. In altri studi si è dimostrato come la distanza tra i muscoli retti sia quasi il doppio in pazienti che abbiano partorito rispetto a pazienti nullipare e come la forza della muscolatura addominale sia 4/5 nelle pluripare.

Problematiche estetiche della diastasi addominale

Le pazienti con la problematica della diastasi addominale non si rendono subito conto di soffrirne finché non si recano a visita medica o eseguono un’ecografia della parete addominale. Il distanziamento dei muscoli retti addominali determina in un primo momento solo problematiche di natura estetica e principalmente la protrusione dell’addome verso l’esterno poiché viene persa la funzione di contenzione degli organi addominali interni, che per la pressione positiva endoaddominale, tendono verso l’esterno. Il segno caratteristico della diastasi addominale è infatti una cresta o pinna che si crea in sede epigastrica (a livello dello stomaco) durante la contrazione dei muscoli addominali che può avvenire durante i movimenti di sollevamento del tronco sul bacino oppure durante l’attività fisica. Tuttavia nei casi più gravi, oltre alla tipica cresta verticale in sede mediana tra l’ombelico e lo sterno, ci può essere la presenza di smagliature diffuse in regione periombelicale, un rilassamento eccessivo della pelle al di sotto dell’ombelico (addome pendulo) e infine la presenza di ernie addominali prevalentemente in sede ombelicale. L’inestetismo più frequentemente lamentato dalle pazienti con diastasi addominale è quello di avere una pancia particolarmente gonfia rispetto al periodo precedente la gravidanza, come quasi avessero una seconda gravidanza.

Problematiche funzionali della diastasi addominale

Oltre alle problematiche estetiche che possono indurre precocemente le pazienti a recarsi dal chirurgo plastico per effettuare una visita medica, ci sono numerose problematiche funzionali della diastasi addominale, sintomi a cui non viene spesso attribuita la dovuta attenzione. In particolare ci può essere:

  • dolore di schiena (lombalgia) sordo e continuo che si accentua con l’attività fisica e di cui le pazienti non hanno mai sofferto
  • difficoltà a digerire con un insolito senso di pienezza, eruttazioni, bruciori retrosternali, bocca amara, alito pesante, nausea
  • difficoltà respiratorie dovute all’alterazione dei movimenti respiratori per diminuzione della pressione endoaddominale
  • senso di pesantezza sul pavimento pelvico
  • postura alterata come da iperlordosi
  • incontinenza urinaria
  • ernie addominali

Tutti questi sintomi sono molto aspecifici e tendono a ritardare una diagnosi corretta; molto spesso però si tratta anche di sintomi di cui la paziente non ha mai sofferto e che possono portare la paziente a eseguire visite mediche non specialistiche senza trarre alcun beneficio.

Diastasi addominale uomo

Sebbene si tratti di una condizione anatomica appannaggio del sesso femminile e legata principalmente alla gravidanza, la diastasi addominale colpisce in misura minore anche il sesso maschile. Le principali cause della diastasi addominale nell'uomo sono rappresentate dall’esercizio fisico intenso e dal sollevamento pesi, motivo per cui sono molto colpiti soggetti giovani sportivi che a causa dell’allungamento cronico della muscolatura addominale, questa si viene ad indebolire per poi andare incontro a cedimento.

Diastasi dei muscoli retti addominali nel neonato

La diastasi dei muscoli retti rappresenta una condizione anatomica molto frequente nei neonati e nei bambini, che tende a risolversi spontaneamente nei primi anni di vita. Il principale fattore di rischio è la nascita prematura poiché la muscolatura addominale e in particolare i muscoli retti dell’addome non si sono ancora sviluppati completamente. Anche in questo caso il segno distintivo è la tipica cresta in sede epigastrica che tende ad evidenziarsi quando il bimbo tenta di mettersi seduto e solo in rari casi è presente un’ernia addominale che necessita d’intervento chirurgico ricostruttivo.

Diastasi addominale e gravidanza

Al fine di prevenire l’insorgenza della diastasi addominale in gravidanza e dell’eventuale patologia erniaria complicante è raccomandato di contenere l’aumento di peso corporeo evitando anche squilibri metabolici come il diabete gestazionale. L’inizio della gravidanza deve coincidere con la moderazione dell’attività fisica che implica la contrazione della muscolatura della parete addominale, prediligendo l’esercizio fisico aerobico e corsi di ginnastica per partorienti. Il terzo trimestre è utile indossare una panciera di contenzione al fine di limitare i movimenti della muscolatura addominale; è proprio durante questo periodo che i muscoli retti subiscono cambiamenti radicali di forma a causa della loro distensione per far spazio all’ingrossamento dell’utero, aumentando la lunghezza fino al 50% e la larghezza del ventre muscolare fino al 100%, con conseguente assottigliamento. Fattori di rischio aggiuntivi di una diastasi addominale sono rappresentati da gravidanze multiple, gravidanze gemellari e habitus sportivo con tono e trofia muscolare aumentati.

Come riconoscere la diastasi addominale: test di autovalutazione

Prima di recarsi a visita medica ci sono alcune manovre che possono essere eseguite al proprio domicilio e che possono confermare il sospetto di diastasi addominale. In pazienti normopeso è possibile eseguire da sdraiati la flessione del capo sul tronco ma anche del tronco sul bacino come durante gli esercizi di crunch addominale, a seguito della quale comparirà la tipica cresta verticale, cioè il rigonfiamento in sede mediana tra l’ombelico e lo sterno. Appoggiando la mano a questo livello si potrà percepire una strana sensazione di debolezza dei tessuti e nei casi più gravi potrà essere facilmente palpabile la pulsazione arteriosa dell’aorta addominale. La diagnosi clinica della diastasi addominale è già sufficiente per porre indicazione chirurgica sebbene ulteriori esami d’approfondimento possano essere necessari per escludere ernie addominali come ad esempio l’ecografia della parete addominale, la Tomografia Assiale Computerizzata (TC) e la risonanza magnetica nucleare (RMN).

Classificazione della diastasi dei muscoli retti addominali

Esistono tre sistemi di classificazione della diastasi addominale:

  • La classificazione di Nahas basata sulla deformità miofasciale e sulla eziologia identifica 4 classi di diastasi.
    Tipo A: dovuta alla gravidanza che viene corretta con la plicatura dei muscoli retti.
    Tipo B: dovuta alla lassità del sistema muscolo aponeurotico correggibile con la plicatura dei muscoli obliqui esterni.
    Tipo C: congenita e correggibile con l’avanzamento sulla linea mediana dei muscoli retti.
    Tipo D: dovuta all’obesità e correggibile con una tecnica combinata d’avanzamento dei muscoli retti e plicatura della fascia anteriore.
  • La classificazione di Rath basata sul grado d’attenuazione in base all’ombelico e all’età della paziente. Quindi sopra l’ombelico la distanza tra i retti è 10 mm sotto i 45 anni e 15 mm sopra i 45 anni; a livello ombelicale la distanza è 27 mm sotto e sopra i 45 anni; sotto l’ombelico è 9 mm sotto i 45 anni e 14 mm sopra i 45 anni.
  • La classificazione di Beer si basa sulle misure standard dell’ampiezza della linea alba che è di 15 mm sopra l’ombelico, 22 mm a livello ombelicale e 16 mm sotto l’ombelico.

Infine la diastasi dei muscoli retti viene classificata in base alla gravità, cioè alla distanza che intercorre tra i margini mediali dei due muscoli retti addominali:

  • Diastasi di grado lieve: distanza inferiore a 3 cm
  • Diastasi di grado moderato: distanza compresa tra 3 e 5 cm
  • Diastasi di grado severo: distanza superiore a 5 cm

Metodi non chirurgici ed esercizi di correzione della diastasi addominale

Esercizi per correggere la diastasi addominale

Nonostante la maggior parte delle diastasi addominali si risolvano spontaneamente dopo il parto, in caso di persistenza, il principale trattamento consigliato è la fisioterapia; nonostante non esistano dei protocolli accettati in modo unanime, né esistano specifici esercizi riconosciuti come i migliori da eseguire, possiamo dare qualche suggerimento importante. I principali muscoli che devono essere rafforzati sono il muscolo trasverso e il muscolo retto dell’addome oltre alla correzione dell’atteggiamento posturale attraverso il pilates, esercizi muscolari secondo la tecnica di Turple e la tecnica di Noble. Le raccomandazioni principali sono quella d’evitare tutti quegli esercizi fisici che causino il presentarsi della tipica cresta diagnostica della diastasi addominale, come quella di sollevare gli arti inferiori in posizione supina, i crunch addominali o il sollevamento di pesi.
Gli esercizi più utili per contrastare la diastasi addominale sono:

  • Hundred, cioè in posizione supina sdraiati sulla schiena, con gli arti superiori lungo il corpo e le punte dei piedi verso l’alto procedere con l’inspirazione e quindi espirando, tirare la pancia verso l’interno con l’intento di avvicinare l’ombelico alla colonna vertebrale, sollevando contemporaneamente piedi, testa e spalle; esercizio da eseguire almeno 10 volte.
  • Crunch inverso, in posizione supina con le braccia lungo il corpo, procedere a portare le ginocchia verso le spalle.
  • Crunch obliqui, sempre partenza supina si procede a portare la gamba destra verso il gomito sinistro e viceversa per 15 secondi per ogni lato.
  • Plank, in ginocchio con gomiti a terra, portare le gambe tese poggiando sulle dita e quindi sollevare il bacino avendo cura di mantenere sempre la pancia contratta e mantenere la posizione per almeno 20 secondi.
  • Side plank, stendere il corpo su lato sinistro e con il gomito poggiato a terra, incrociando la gamba destra sulla sinistra e sollevare l’anca da terra mantenendo la posizione per 15 secondi, quindi ripetere l’esercizio sul lato opposto.
  • Bicycle crunch, in posizione supina mettere le mani dietro la nuca con i gomiti aperti, quindi portare la gamba sinistra verso il gomito destro eseguendo la torsione del torace e, ripetendo l’esercizio dal lato opposto, eseguire tre serie da 15 ripetizioni.
  • Side-to-side, in posizione supina mettere le gambe flesse a 90 gradi e leggermente divaricate, staccare la testa e le spalle da terra mantenendo la pancia in contrazione e cercare di toccare la caviglia sinistra con la mano sinistra.
  • Roll-up, in posizione supina procedere con l’inspirazione portando le braccia all’indietro e quindi espirare mentre si stendono le punte dei piedi e si porta il mento verso il torace.

Proloterapia e diastasi dei muscoli retti addominali

La proloterapia è conosciuta anche con il nome di terapia proliferante o terapia rigenerativa tissutale, introdotta nel 1950 da un chirurgo ortopedico americano e che consiste nell’iniezione di sostanze specifiche allo scopo di favorire e stimolare la crescita di tessuto connettivo autologo, rafforzando i tessuti danneggiati. Si tratta di una terapia molto diffusa negli Stati Uniti e che viene inclusa in numerosi protocolli di evidence-based medicine per il trattamento di patologie traumatiche del sistema muscolo scheletrico.
Le iniezioni contengono quasi prevalentemente il destrosio che è una forma di zucchero normalmente presente nel nostro organismo, accompagnato da altre sostanze come manganese, zinco, ormone della crescita umano, pomice, ozono, glicerina, fenolo polidocanolo.

In casi selezionati la proloterapia può essere eseguita anche con il PRP cioè con il plasma ricco di piastrine; in questo caso si procede ad un prelievo ematico da una vena periferica del paziente, esattamente a quanto accade per i comuni esami ematici, e il sangue così raccolto viene centrifugato a 3000 rpm per un tempo compreso da minimo di 5 minuti fino a un massimo di 10 minuti; alla fine del processo di centrifugazione ci sarà la separazione del sangue dal plasma nel quale sono contenuti tutti i fattori di crescita illogici delle cellule piastriniche che può essere re-iniettato nella sede riceventi con micro aghi. E’ giusto chiarire che questo tipo di terapia non ha un riconoscimento unanime nel mondo scientifico, motivo per il quale non viene riconosciuta anche da numerose assicurazione in campo medico.

Quando si deve operare la diastasi dei muscoli retti addominali?

Le indicazioni a intervenire chirurgicamente per la correzione della diastasi dei muscoli retti addominali sono date dalla clinica del paziente e dai referti degli esami strumentali. Numerosi pazienti che soffrono di diastasi addominale hanno una sensazione di fastidio a livello del difetto estetico che aumenta durante l’esercizio fisico; inoltre alla diastasi si associa spesso anche un’ernia ombelicale per il progressivo rilasciamento della linea alba ed entrambe le condizioni patologiche devono essere corrette al fine di evitare la recidiva.

Tecniche chirurgiche classiche di ricostruzione della diastasi addominale

Il trattamento della diastasi addominale può essere eseguito con semplici esercizi muscolari, fino a tecniche chirurgiche di plicatura della fascia anteriore, fino anche all’utilizzo di reti contenitive.
I benefici dell’esercizio fisico eseguito in modo autonomo o con guida d’un fisioterapista esperto anche se controversi, sono stati associati a risultati incoraggianti; in particolare il rinforzamento muscolare, l’attività aerobica e la rieducazione neuro muscolare anche se non sono raccomandati per risolvere la diastasi addominale, sembrano migliorare la distanza che intercorre tra i due ventri muscolari. Inoltre anche esercizi con l’elettrostimolatore muscolare associato a esercizio fisico hanno dimostrato risultati incoraggianti in alcuni studi randomizzati.
Tra gli interventi eseguiti per risolvere la diastasi dei muscoli retti quello più frequente, è sicuramente l’addominoplastica sia nella variante di miniaddominoplastica che in quella estesa grazie al quale può essere eseguita non solo la ricostruzione della parete addominale anteriore ma anche la resezione della pelle in eccesso. La ricostruzione della parete addominale viene eseguita attraverso la plicatura dei muscoli retti, utilizzando materiali di sutura riassorbibili e non riassorbibili in un doppio strato; frequentemente si utilizza una tecnica di sutura a triangolo o quadrato incorporando i margini laterali della fascia e la porzione anteriore dalla fascia posteriore dei muscoli retti addominali. Numerosi studi hanno dimostrato come non vi siano differenze sostanziali all’esame TC eseguito 6 mesi dopo l’intervento chirurgico, tra materiali di sutura riassorbibili o permanenti; generalmente il primo strato di sutura viene eseguito utilizzando punti di sutura staccati con materiali riassorbibili, rinforzati da una seconda sutura continua con materiali permanenti. In casi d’eccessiva lassità delle fasce addominali, può essere eseguita un’ulteriore plicatura a livello dei margini laterali dei muscoli retti. Entrambe le plicature vengono eseguite a partire da 2 cm al di sotto del processo xifoideo dello sterno fino a 2 cm al di sopra della sinfisi pubica.
In tutti i casi in cui la plicatura non sia sufficiente è indicato l’utilizzo di una mesh (rete), fatta di materiale riassorbibile o non riassorbibile che viene adattata al difetto parietale e quindi fissata in sede con punti di sutura riassorbibili; la rete può essere posizionata davanti ai muscoli retti (con risultati poso soddisfacenti) oppure al di dietro dei muscoli retti con un miglior outcome in termine estetico e funzionale.

Tecniche chirurgiche mini-invasive per la correzione della diastasi dei muscoli retti addominali

Oltre alle metodiche classiche come l’addominoplastica e/o la miniaddominoplastica, la diastasi addominale può essere corretta anche utilizzando tecniche chirurgiche relativamente nuove come la laparoscopia e la chirurgia robotica. Queste tecniche vengono eseguite sempre in anestesia generale e prevedono esiti cicatriziali notevolmente ridotti rispetto alle tecniche convenzionali ma con il limite di non poter migliorare la pelle in eccesso a livello sotto-ombelicale. Una delle complicanze più frequenti dopo interventi di laparoscopia è rappresentata dal sieroma (accumulo di siero), nonostante la ripresa post operatoria sia indubbiamente più rapida e con meno dolore rispetto alle tecniche standard.

La prima visita per la valutazione della diastasi dei muscoli retti addominali

Il paziente tipico che si reca a visita medica per problematiche relative alla parete addominale anteriore è di sesso femminile, pluripara o comunque con esiti d’obesità patologica. Durante il consulto sarà valutata clinicamente la parete addominale con ricerca d’eventuali porte erniarie palpabili, verrà valutata anche la pelle in eccesso a livello sopra e sotto ombelicale e saranno valutate le richieste della paziente nonché le aspettative dall’intervento chirurgico. Gli esami necessari per sottoporsi all'intervento di correzione della diastasi addominale sono rappresentati da esami ematochimici standard (assetto lipidico, coagulativo, glicidico e emocromo) oltre a ecografia di parete addominale e eventuale TC d’approfondimento.
La successiva visita medica prevede la valutazione degli esami fatti, lo studio degli esami strumentali e infine la pianificazione dell’intervento chirurgico.

Istruzioni per il giorno precedente l’intervento di correzione della diastasi addominale

I giorni precedenti l’intervento di correzione della diastasi addominale devono essere necessariamente dedicati alla preparazione per l’intervento chirurgico, che consiste nella sospensione del fumo di sigaretta e della nicotina, sia sotto forma di cerotti che di sigaretta elettronica. Prima d’assumere qualsiasi farmaco contattare uno dei medici dell’equipe operatoria inclusi medicinali omeopatici, i quali possono avere un’influenza negativa sulla pressione sanguigna del paziente ma anche sull’assetto coagulativo. È vietata l’assunzione di farmaci anti infiammatori non steroidei e in caso di bisogno è consentita l’assunzione del solo paracetamolo; inoltre si raccomanda la sospensione di farmaci anticoagulanti e antiaggreganti almeno 15 giorni prima dell’intervento chirurgico che, sotto controllo del medico che li ha prescritti, dovranno essere embricati con eparine a basso peso molecolare. L’insorgenza di mal di gola, raffreddore, tosse, febbricola, malessere, dovranno essere segnalati tempestivamente al fine di riprogrammare l’intervento. Indossare abbigliamento da casa, scarpe da ginnastica e tuta meglio se dotata di zip anteriore; togliere lo smalto dalle unghie in particolare se di colore scuro (nero, blu viola ecc), togliere tutti i monili compresi i piercing. Provvedere ad un’accurata rasatura della regione pubica meglio se eseguita con rasoio elettrico, evitando la lametta da barba o altre metodiche che possano in qualche modo ledere la pelle. Praticare un’accurata igiene personale, facendo la doccia sia la sera precedente l’intervento chirurgico per la riparazione della diastasi addominale che la mattina stessa, utilizzando detergenti specifici contenenti disinfettanti di ottima qualità come la clorexidina. Venire in clinica con un accompagnatore che provveda anche al trasporto al domicilio del paziente, nonché all’assistenza post operatoria per almeno una settimana. Infine munirsi dei dispositivi medici necessari subito dopo l’intervento, e in particolare le calze elastiche antitrombosi e almeno due pancere elastiche a doppio velcro, in modo da poter graduare la pressione sopra e sotto l’ombelico, consentendo una respirazione agevole.

In cosa consiste l’intervento chirurgico di riparazione della diastasi addominale

L’intervento di riparazione della diastasi addominale viene eseguito in anestesia generale e decubito supino, con gli arti inferiori flessi sul bacino con angolo di 15°; la durata della procedura chirurgica è variabile in base alla severità del difetto da correggere e alla presenza di pelle in eccesso a livello sotto-ombelicale. In pazienti che non abbiano pelle da rimuovere si ricorre all’ incisione di Pfannenstiel, eseguita trasversalmente a 3 cm sopra la sinfisi pubica e per una lunghezza di 10 -12 cm; l’incisione può essere rettilinea, o leggermente arcuata, a concavità rivolta verso l’alto secondo Cherney. Quando vi è lassità cutanea è necessario eseguire il classico taglio ad ancora rovesciata compreso tra le due spine iliache antero superiori, ma che può essere esteso anche lateralmente in casi selezionati. Una volta eseguita l’incisione sovrapubica si procede al sollevamento del lembo addominale con conservazione dell’ombelico che dopo essere stato isolato, viene riposizionato nella sede opportuna; la dissezione prosegue fino a livello del processo xifoideo avendo cura di legare i vasi sanguigni di calibro maggiore e coagulare i vasi minori. La ricostruzione della parete addominale avviene in senso cranio-caudale cioè dall’alto in basso procedendo a posizionare la rete di contenzione retro muscolare ove richiesto, quindi a eseguire la plicatura dei muscoli retti addominali con la tecnica a doppio strato. Il lembo addominale viene quindi riposizionato dopo aver provveduto a rimuovere la pelle in eccesso, quindi l’intervento si conclude con l’inserimento di due drenaggi in aspirazione e la sutura per strati con materiale riassorbibile. La durata totale dell’intervento di ricostruzione della parete addominale è compresa tra un minimo di due ore fino anche a 3 ore e mezza.

La ripresa dopo l’intervento di correzione della diastasi dei muscoli retti addominali

L’intervento di correzione della diastasi dei muscoli retti addominali viene eseguito in regime di ricovero, con il pernottamento in struttura di almeno una notte, con un medico e un infermiere dedicati.
Il decorso post operatorio dell’intervento di sintesi dei muscoli retti ha una durata di circa 15 giorni e prevede un’attiva collaborazione del paziente. Il dolore post operatorio che si può esacerbare con la tosse e con la manovra di valsalva è facilmente controllabile con i farmaci antidolorifici prescritti alla dimissione. È necessario dormire con il tronco flesso sul bacino con un angolo di circa 15°, utilizzando due cuscini dietro la schiena e facendosi aiutare nei movimenti di sollevamento dal letto o dal divano; è inoltre obbligatorio camminare con il tronco flesso sul bacino per almeno 15-20 giorni in modo tale da diminuire non solo il dolore ma anche la forza tensile a livello della cicatrice. Dopo un periodo di circa tre settimane è possibile riprendere gradualmente le normali attività della vita quotidiana incluso l’esercizio fisico non agonistico. I controlli medici sono standardizzati a un mese dall’intervento, a tre mesi, a sei mesi e quindi ad un anno, durante i quali sarà prescritta un’ecografia della parete addominale per valutazione della stabilità della ricostruzione eseguita.

Quanto costa l’intervento di riparazione della diastasi addominale

Il costo dell’intervento di riparazione della diastasi addominale è variabile in base ai tempi di sala operatoria impiegati e al tipo di ricostruzione eseguita. Anche la tecnica chirurgica utilizzata incide sul preventivo finale, potendo arrivare a cifre relativamente elevate nel caso della chirurgia robotica. Il prezzo finale include l’onorario dell’equipe chirurgica, la retta di degenza in regime di ricovero, l’affitto della sala operatoria, controlli medici e medicazioni per i primi 12 mesi. Un’ulteriore variabile è rappresentata dalla potenziale associazione con altri interventi chirurgici come la liposuzione dell’addome, liposuzione dei fianchi, della regione trocanterica, dall’addominoplastica tradizionale o estesa e dalla miniaddominoplastica.

L’intervento di riparazione della diastasi dell'addome avendo valenza funzionale ma anche estetica è attualmente contemplato nei tariffari assicurativi, quindi può essere eseguito in regime assicurativo, convenzionato o completamente privato, ma comunque sempre detraibile dalle tasse. Infine è possibile stipulare una polizza assicurativa facoltativa per la protezione da eventuali complicanze, come il sanguinamento, il sieroma, la deiscenza delle ferite chirurgiche che consente al paziente d’evitare un ulteriore esborso di denaro per la sala operatoria e per la retta di degenza.

Per il dettaglio costi della diastasi addominale, si prega di consultare la pagina Costi Diastasi Addominale.

Come scegliere il tuo chirurgo per la riparazione della diastasi addominale

Un passo fondamentale per scegliere il chirurgo idoneo alla riparazione della diastasi addominale è quello di verificare le competenze specifiche. In primo luogo è necessario accertarsi della laurea in Medicina e Chirurgia, del superamento dell’esame d’abilitazione alla professione di medico chirurgo e delle sue specializzazioni. Le verifiche possono essere eseguite con estrema facilità contattando l’ordine dei medici chirurghi della città di residenza oppure consultando il sito web della Federazione Nazionale ordine dei Medici Chirurghi alla sezione ricerca anagrafica.

Successivamente accertarsi dell’iscrizione alla Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica (SICPRE) e/o all’Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica (AICPE). I chirurghi plastici migliori potranno vantare anche l’affiliazione a società internazionali di prestigio come l’International Society of Aesthetic Plastic Surgery (ISAPS) e l’American Society of Plastic Surgeons (ASPS). Infine per la correzione della diastasi dei muscoli retti è utile verificare l’equipe operatoria; in particolare la scelta dovrà ricadere su equipe chirurgiche miste, composte sia dallo specialista in chirurgia plastica estetica che dallo specialista in chirurgia generale per la riparazione delle ernie di grosso calibro.

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